L’anima fa a botte con i ricordi. Quelli duri da digerire, quelli da k.o., quelli senza fiato. Tutti siamo legati alla memoria di quando eravamo giovani, perchè tutto ci appariva più leggero, come un soffio di vento. Ma in quella marea di dolci carezze da bambini, c’è anche la tempesta. Quella del 30 maggio 1994 la ricordo come se fosse oggi. Un sussurro che diventa boato, una notizia che diventa pietra scolpita. Ago è andato via. Lo ha fatto da solo, immerso nella sua solitudine, nel suo intimo. Eravamo quelli della generazione Delio Rossi, impazziti di gioia per una squadra che faceva parlare di sè ovunque. E noi appresso alla Bersagliera, come sempre. C’era una semifinale playoff da giocare dopo qualche giorno, a Roma, contro la Lodigiani. C’era un sogno da inseguire, lo stesso di quando Agostino scese in campo contro il Taranto. Andammo a Roma con il buio nel cuore ed un enorme striscione: “Semplicemente, guidaci ancora Ago”. Davanti ad un vuoto simile, non ci sono parole, nè giudizi di sorta. Solo silenzio e rispetto. Agostino Di Bartolomei, uomo e capitano, sarà sempre accanto a noi. Statene certi.

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