La strategia, alla fine, potrebbe sortire i suoi effetti. Mentre il presidente Danilo Iervolino annunciava la chiusura dell’affare Piatek, l’amministratore delegato Maurizio Milan era nella sede dell’Inter per chiudere l’operazione Pinamonti. I nerazzurri hanno accettato: 13 milioni di euro subito, altri 7 a fine stagione e una percentuale del 20% in caso di futura rivendita a cifre superiori. Una stretta di mano tra le parti e contratti pronti per essere firmati. E il calciatore? Fino a ieri c’era una certa resistenza, la volontà è quella di giocare per squadre che, in teoria, competeranno per obiettivi diversi dalla salvezza. Ma a Salerno giocherebbe titolare, c’è un progetto a medio-lungo termine di cui sarebbe assoluto protagonista e guadagnerebbe 2,5 milioni netti a stagione per quattro anni con incentivi di vario genere per ogni gol segnato. Una proposta eccellente, dunque. L’Atalanta era quella che maggiormente stuzzicava la fantasia del bomber ex Empoli, ma l’Inter ha messo in stand by l’operazione dando assoluta priorità alla Salernitana con cui, evidentemente, i rapporti sono ottimi come testimoniato dall’affare Pirola. Il Monza si è tirato indietro, ritenendo eccessive le richieste dei nerazzurri. E anche per questo sarebbe una operazione eccellente per i granata. Non solo per il valore del ragazzo, reduce da un’annata ottima, ma anche e soprattutto perchè certificherebbe l’esistenza di un progetto davvero importante e di una base economica mai vista prima nella storia del club. Piatek verrebbe preso in considerazione soltanto in caso di rifiuto da parte di Pinamonti. Non è da escludere che l’amministratore Milan resti in Lombardia fino a venerdì, quando è attesa la risposta del calciatore. Il sogno è quello di averlo all’Arechi già sabato in occasione della presentazione della squadra. Naturalmente non è una trattativa chiusa, ma ci sono passi avanti e tanti milioni di euro sul tavolo. De Sanctis, atteso a Roma per raggiungere Bonazzoli e volare in Austria, è ottimista e conferma sia il vero obiettivo per l’attacco. Non ci resta che attendere.