di Vanni Vignes

La capolista se ne va… Lo ricordate? Era il ritornello più gettonato dagli ultras Salerno in giro per l’Italia in quel torneo trionfale targato Delio Rossi. Era il 1997-98 e dopo la vittoria corsara a Venezia, i granata si accomodarono sulla prima poltrona della cadetteria senza mai lasciarla, macinando chilometri e polverizzando record. Di quel fenomeno chiamato Salernitana, cosa resta oggi? Il ricordo ovviamente. Ma i ragazzi del 2020-21, allenati da Fabrizio Castori, in questo momento occupano ugualmente il primo posto in classifica, anche se in condominio con la corazzata Empoli e tenendo conto di diverse partite da recuperare per le altre squadre, causa Covid.

La vittoria di ieri sera contro la Cremonese è arrivata al termine di una partita all’italiana, tutta sofferenza. Due tiri e mezzo in porta e due gol, uno di Djuric e l’altro del motorino polacco Kupisz. Poi il nulla, o quasi. La squadra granata ha arrancato fin dai primi secondi, non solo per il vantaggio lombardo maturato dopo appena 37 secondi di gioco, ma anche per un atteggiamento sbagliato. Di Tacchio e compagni non erano nemmeno scesi in campo quando la Cremonese si divorava altre due palle gol nel giro di 10 minuti. Poi, molto lentamente, la squadra di casa ha iniziato a giochicchiare, senza mai pungere in modo concreto. Le lacune a centrocampo sono evidenti come lo skyline di una metropoli, inutile provare a nasconderli.

Sono però arrivati due gol, uno nel primo e l’altro nel secondo tempo, che hanno letteralmente sovvertito l’esito del match. Gara che ai punti – come sul ring del pugilato – sarebbe finita in parità o addirittura sarebbe andata alla Cremonese, capace di sbagliare altre tre palle gol, per “colpa” di un Belec in serata di grazia. La vittoria di ieri ha molte similitudini alle prestazioni che offriva, due campionati fa, la squadra allora allenata da Stefano Colantuono. In quel campionato, il fattore “C” aiutò non poco la Salernitana nel girone di andata, raggiungendo il secondo posto in classifica senza però “meritarlo” sul campo, visto che le avversarie puntualmente prendevano a pallonate la difesa della squadra granata. Poi il valore effettivo venne a galla e tutti sappiamo come si concluse il torneo del centenario, alla lotteria dei rigori contro il Venezia per non retrocedere in serie C.

Allora il tempo di sognare è assolutamente legittimo, ogni tifoso s’immagina la propria squadra in vetta e che emoziona ad ogni partita. Ma ciò è frutto di programmazione, non di semplici coincidenze fortunate. Bene vincere con la Cremonese in quel modo, ma a prestazioni simili, condite da una buona dose di fortuna, devono fare seguito partite giocate intensamente e mettendo sotto l’avversario. Solo così un campionato diventa davvero vincente. Giusto?

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui