di Vanni Vignes
L’ appetito vien mangiando, recita un vecchio detto popolare.
Ed effettivamente dopo la superba prestazione di Benevento la Salernitana ed i suoi tifosi cominciano davvero ad avere fame. Una fame di successo, di vittoria, di conferma. Sotto col prossimo avversario quindi, con il calendario che propone la sfida con il Trapani dell’ex trainer granata Fabrizio Castori. Impelagata nei bassifondi della classifica la squadra siciliana sembrerebbe rappresentare un avversario decisamente alla portata dei granata, soprattutto se questi riusciranno a riproporre la stessa intensità, la stessa grinta, la stessa cattiveria agonistica messe in evidenza in terra sannita. Attenzione però a non sottovalutare l’ impegno; Castori è una vecchia volpe che sa di calcio e che è in grado di imbrigliare chiunque. Sia chiaro: lo sbilanciamento tecnico questa volta è tutto a vantaggio dei granata che si presentano alla sfida di lunedì da netti favoriti. Abitualmente il Trapani si presenta con un 4/4/2 molto molto variabile, con Pettinari, già 10 gol per lui in questa stagione, come elemento di maggior caratura. Variabile dicevo perchè spesso, utilizzando Del Prete come pedina molto duttile, Castori trasforma il modulo da 4 a 3 difensori, anche a partita in corso. A centrocampo le geometrie le detta Taugourdeau, a cui lati i giovani Colpani e Luperini garantiscono grinta e dinamismo. Il Francese tende sempre a partire un po’ più basso rispetto ai compagni di reparto, sia che si giochi a 3 che a 4 in mezzo al campo. Una chiave di lettura questa che può favorire i granata. Possibilità di variare questo principio Castori non ne ha molte a meno che non decida di stravolgere l’ undici base. Ma questa evenienza ad oggi appare molto difficile. Con l’ atteggiamento proposto dai granata nelle ultime 3 uscite quindi, la partita in chiave tattica sembra scontata. L’ arretramento costante di Gondo sulla linea degli esterni in fase di costruzione avversaria, fa si che i granata riescano, orientati dai movimenti di Djuric, ad uscire di volta in volta singolarmente a caccia del pallone. Un pressing alto asfissiante come atteggiamento ma intelligente dal punto di vista del dispendio fisico. Perchè ad ogni puntata fa da contraltare la copertura dell’ intero reparto alle spalle dell’ incursore. Come una zanzara che punge e scappa, punge e poi scappa ancora ma che ha uno sciame alle sue spalle che la segue pronta a difenderla. Insomma, quello che hanno fatto i vari Akpa, Maistro e Gondo nel match di domenica sera e che ha mandato al manicomio la mediana sannita incapace cosi di mettere in campo tutte le proprie qualità tecniche. Questa volta però i centrocampisti avversari non sembrano avere una caratura tecnica in grado di aiutarli se costretti a giocare in velocità ed è per questo che la partita andrebbe orientata in questo senso. In fase di possesso invece la lettura, rispetto a Benevento andrebbe leggermente modificata a mio parere. Proprio in virtù delle caratteristiche dell’ avversario. Giropalla rapido e continuo, che li faccia muovere per il campo fino ad aprire gli inevitabili spazi che puntualmente i siciliani concedono. Ed in quegli spazi i granata, con Lombardi, probabilmente Cicerelli al posto di Kiyine e lo stesso Akpa possono davvero fare danni. Djuric e Gondo sembrano ad oggi inamovibili con l’ ivoriano che seppur non disponga di doti tecniche importantissime, si sta rivelando fondamentale in chiave tattica e di dinamismo. Dietro invece difesa a 3, confermata, come è giusto che sia. Per le caratteristiche dei centrali a disposizione di Ventura, sarebbe drammatico un passaggio alla difesa a 4. Ma per fortuna l’ allenatore è lui e non qualcun altro. Avanti così.