La battaglia di potere che si sta consumando sulle spalle dell’U.S. Salernitana 1919 è sotto gli occhi di tutti. Nelle stanze romane si sta decidendo il destino della squadra granata a margine di una partita a Risiko dove i protagonisti (Gravina da un lato e Lotito dall’altro) giocano duro e al limite del regolamento. In ballo non c’è l’iscrizione della squadra che ha conquistato – insieme al suo popolo – la serie A dopo 23 anni di attesa. C’è altro: l’affermazione in seno alla federazione di un “modus operandi” che mira a confermare la propria leadership nel panorama del calcio italiano. E forse anche di più. Ma lo scopriremo presto.

La giornata di ieri ha visto il suo scontato epilogo nell’invio della Pec in serata alla Figc, contenente il nuovo trust stilato dalla proprietà della Salernitana. Anche stavolta, insieme ad uno stringato comunicato stampa, alcune dichiarazioni rilasciate a caldo sono improntate ad un incredibile ottimismo rispetto al contenuto del trust. Vedremo se gli organi collegiali della Figc prima e la Covisoc dopo saranno dello stesso parere. L’attesa si concluderà nella giornata di domani quando da Roma inizieranno a trapelare i primi giudizi legali.

Ma oltre alla questione iscrizione e di conseguenza all’organizzazione di tutto quanto necessario per disputare un dignitoso torneo di massima serie, c’è da soffermarsi su di un elemento. Siamo a 10 anni esatti dall’ingresso del duo Lotito-Mezzaroma a Palazzo di Città, a seguito della manifestazione d’interesse indetta dal Comune di Salerno nella persona dell’allora sindaco Vincenzo De Luca. Nel protocollo d’intesa che il soggetto che avrebbe fatto ripartire il calcio a Salerno s’impegnava a firmare – dopo il fallimento Lombardi – c’era una nota molto chiara. Al punto 4 lettera E, infatti, si legge ancora oggi (basta fare una ricerca sul web): “cessione a titolo gratuito al Comune della denominazione, del logo e dei colori sociali”. Una clausola vincolante che aveva come finalità quella di sottrarre i beni immateriali della Salernitana da possibili ulteriori fallimenti o situazioni dubbie. Che fine ha fatto quel protocollo? A quanto risulta, in 10 anni, il Comune di Salerno non ha mai ottenuto la cessione dei beni immateriali da parte di questa proprietà. Nè l’amministrazione comunale ha richiesto il rispetto del protocollo firmato nel luglio 2011.

E allora cosa succede? Succede che oggi, dopo una serie cospicua di affermazioni non molto gradevoli circa la storia “povera” della Salernitana, tra mancanza di palloni e qualche sparuto campionato di livello disputato, sembra che questa stessa storia così striminzita abbia un valore enorme che inciderà nella valutazione complessiva della società granata, finalizzata ovviamente alla vendita. E mentre per l’acquisto di detti beni immateriali il duo Lotito-Mezzaroma sborsò una cifra molto contenuta, sembra che oggi il logo e i colori sociali della Salernitana valgano decine di milioni di euro. Cosa sarà successo in questi 10 anni? Non è dato saperlo, al momento. Tutti i tifosi granata chiedono solo una cosa, che questa vicenda si concluda al più presto, nel rispetto della dignità di un intero popolo che non vede l’ora di stringersi alla propria squadra del cuore.

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