Una data impressa a fuoco sulla pelle. 11 giugno 1995, Bergamo. 5mila salernitani scortano l’Armata di Delio Rossi per un’impresa difficile ma ancora possibile: effettuare un doppio salto dalla C1 alla A in due stagioni di fila. Quella Salernitana capitanata da Roberto Breda si presentò in terra orobica con un solo risultato utile: vincere. La fine la conoscono tutti, compresi i bulloni sulle teste dei tifosi granata, le cariche della polizia, i vasi da fiori lanciati dai balconi al passaggio del corteo dei salernitani, la pioggia battente. Da quel giorno – per noi – Bergamo equivale ad un sorriso amaro, quel “poteva essere” rimasto chiuso in gola per 27 anni che mai è diventato realtà.

Oggi la storia è diversa ma potremmo riscriverla tutti quanti insieme. Ripartendo proprio dal ricordo di quell’ultima di campionato cadetto. La squadra granata di mister Nicola non è più una Cenerentola, non più quello sparring partner chiamato per far allenare i più forti, che abbiamo dovuto vedere all’opera fino al 31 dicembre o poco più. Iervolino, Sabatini e Nicola – insieme a vecchi e nuovi calciatori – hanno rivoluzionato un’annata che la precedente proprietà aveva organizzato in modo scientifico affinchè si concludesse con una comoda retrocessione. Lo hanno fatto col sorriso e la semplicità di chi lavora con la coscienza pulita di dare il massimo solo per la Salernitana, e non – come accadeva prima – giusto per mantenere a galla “la società satellite” della Lazio.

Ancora 24 ore e saremo lì, sul terreno di gioco dell’Atalanta, modello societario cui lo stesso Iervolino in parte si ispira. A scortare i granata ci saranno almeno 2000 salernitani per un’atmosfera che si preannuncia calda. E’ giunto il tempo di mettere da parte calcoli e tabelle e concentrarsi unicamente sul campo. Come fa mister Nicola, scarpa alla mano. Forza Salernitana, la storia è pronta a essere riscritta.

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