Lo diciamo senza giri di parole, come sempre: per la questione del nuovo Arechi siamo totalmente in linea con il pensiero della società. E’ sicuramente bello immaginare un Arechi nuovo, con la copertura, 35mila posti a sedere, spazi per famiglie e bambini e un Palazzetto dello Sport a pochi metri, così come è suggestiva l’ipotesi di un restyling del Vestuti, ma aver deciso di indire la conferenza stampa di presentazione senza aver prima incontrato chi tuttora rappresenta, e al meglio, il calcio salernitano è stato un autogol. E bene ha fatto la dirigenza, nella persona del dottor Maurizio Milan, a declinare l’invito arrivato in extremis, a non prestarsi a questo gioco che diventa più politico che sportivo e a limitarsi a svolgere il ruolo di spettatori passivi che piegano la testa e attendono le decisioni degli altri. Qui ci sono in ballo i sentimenti dei tifosi, ma anche gli investimenti e i programmi di un presidente che, mentre la politica locale e regionale era distratta, evitava il fallimento della Salernitana e la ripartenza dalla terza o dalla quarta serie. E non vorremmo che raccontare la storia del Vestuti rifatto a nuovo e che per un anno e mezzo riapra i battenti sia il proverbiale specchietto per le allodole utile a giocare sul sentimento popolare con la speranza che il tifoso si faccia prendere dall’amore e non dalla ragione. Le domande da fare sarebbero state tante. Come mai si vogliono fare due grandi opere in un anno e mezzo mentre per 20 anni nessuno si è interessato nè all’Arechi, nè al Vestuti? Chi rimborserebbe la Salernitana dei soldi persi tra incassi ed eventuale dirottamento in altre città per giocare in casa? Si può pensare ad uno stadio rinnovato in 18 mesi quando si fa fatica ad aprire un settore popolare al pubblico?

La Salernitana va appoggiata, senza se e senza ma. Le strumentalizzazioni politiche e i veti incomprensibili devono lasciare spazio ad una collaborazione che, nel rispetto di ruoli e leggi, per una volta favorisca la crescita della squadra di calcio. C’era un presidente disposto ad affrontare la querelle curva Nord anche a costo di investire cifre importanti e che invece ha dovuto firmare una convenzione che, di fatto, ha reso felice solo il Sindaco Napoli. Quello che, al pari dell’amministrazione che rappresenta, non ha mantenuto la promessa sulla Nord ma che prenderà una bella percentuale sugli incassi. Condividiamo, comunque, la linea dei gruppi ultras che, in situazioni politiche, non vogliono entrarci: a loro interessa il bene della Salernitana. Notiamo altresì che, rispetto al “delucacentrismo” del passato, oggi c’è grande scetticismo anche nei suoi confronti. D’altronde è la stessa persona che nel 2011 faceva le medesime promesse, che oggi esalta la storia granata definendo in passato il cavalluccio una “testa di somaro” e che propose l’abbattimento della storica curva di quello stadio che invece, ora, viene visto come ancora di salvataggio.

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