di Giuseppe Barbato

Quando lavori bene, quando sei corretto e rispetti le regole il campo ti premia sempre. Una Salernitana magistrale, in tutte le sue componenti, anche quelle assenti, rifila una lezione di calcio e correttezza alla Lazio di Sarri e sbanca l’Olimpico con un netto 3-1. Candreva, Fazio e Dia sono i nomi che passeranno alla storia ma insieme a loro la scrivono i loro compagni, il Mister con Ribery e il resto dello staff, una proprietà che ha creduto in un contesto e in un pubblico straordinario che segue la squadra senza uscire da Fratte.

La Lazio si schiera con un centravanti mobile, la Salernitana schiera Bradaric dal primo minuto con Candreva mezzala. L’inizio dell’incontro è di marca bianco-celeste, con due conclusioni nelle primissime fasi del match. La prima nota in cronaca però è l’infortunio di Gyomber, portato sulle spalle dallo staff medico: dentro Bronn. Con l’avanzare dei minuti la Salernitana prende le misure e tiene bene il gioco. Difende basso e aggredisce al momento giusto: la Lazio si spinge in avanti ma senza trovare le soluzioni giuste. La partita prende una fase di stanca, senza azioni pericolose da segnalare.

Al 35° però la Lazio cambia passo e ha tre occasioni in serie: nella seconda al 37° Pedro scheggia il palo, nella terza al 40° Luis Alberto taglia con un passaggio tutto il campo e serve Zaccagni. Davanti a Sepe non sbaglia: 1-0 per i bianco-celesti che, esclusa quella folata, non avevano fatto molto. Il finale di primo tempo è di marca laziale, senza però altre conclusioni. La Salernitana esce frastornata dal gol e dal duplice fischio.

L’inizio della ripresa segna il momento chiave del match. Al 49° Felipe Anderson, a tu per tu, con Sepe ha la palla del 2-0 ma la spreca tirando addosso al portiere. Al 51° pareggiano i granata: l’azione si sviluppa sulla destra con Mazzocchi che serve Candreva in avanti. L’ex di turno controlla la palla con un grande aggancio e poi si inventa un pallonetto che si spegne in porta. Gol straordinario, il suo secondo stagionale. È un gol che cambia l’inerzia del match: la Salernitana ne ha di più, attende bassa per poi aggredire e recuperare palla con grande dovizia. La Lazio sbanda e serve il miglior Provedel su Lassana Coulibaly. Sarri e Nicola capiscono il momento del match e lavorano sui cambi: dentro Milinkovic-Savic per Luis Alberto, dentro Dia per Bonazzoli.

L’inerzia però resta addosso alle maglie granata: quattro minuti dopo arriva il gol di Fazio. Ancora sulla destra, ancora Mazzocchi che serve Candreva che crossa in area. La palla viene ribattuta ma il Comandante è lesto e trova l’angolo giusto sul primo palo: esulta lui, esulta tutta la panchina. A questo punto la Lazio prova a ributtarsi in avanti ma non ha la testa giusta, ne paga il prezzo Milinkovic-Savic: il fallo su Bronn non è cattivo ma il serbo va con troppa foga. Manganiello sventola il giallo, salterà il derby.

A quel punto saltano i nervi. Poi è Marusic a farsi ammonire per proteste. La Salernitana fiuta l’impresa e al 76° chiude i conti: Piątek recupera palla nella propria metà campo e riparte, subito in verticale. La palla arriva sulla sinistra: Bradaric brucia in velocità Lazzari e serve in mezzo. Dia ci arriva, la tocca quel tanto che basta: 3-1. Girandola dei cambi negli ultimi dieci minuti: dentro Basic e Cancellieri per la Lazio, dentro Bohinen, Vilhena e Botheim per la Salernitana. Non succede granché: i granata si segnalano per una gestione esemplare del pallone e del gioco, i laziali solo per due bruttissimi falli di Cancellieri. Al 95° arriva il triplice fischio: la Salernitana sbanca l’Olimpico ma i significati sono talmente tanti che una cronaca non basta a descriverli.

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