“Capitan Futuro, il più puro degli eroi… Capitan Futuro, picchia duro anche per noi… Capitan Futuro, il domani vive già… Capitan Futuro, di una nuova civiltà!”.

Il monumento dedicato a Franck Ribèry nel centro storico di Monaco di Baviera

Chi ha qualche capello in meno sulla testa – magari anche brizzolato – non può non ricordare la sigla di uno dei tanti cartoons degli anni ’80. E “Capitan Futuro” è – tra i tanti – di quel filone fantascientifico che ha appassionato grandi e piccoli in quel periodo storico uno dei più rappresentativi. Sono alcuni giorni che quel ritornello mi rimbomba in testa. Come un petardo all’Arechi. Come un botto fuorilegge a Capodanno. Mi rimbomba e lo fa in modo martellante, quasi un mantra. Con sembianze diverse rispetto a quelle del protagonista di quel cartone animato, ma con lo stesso spirito: quello guerriero.

Capitan Futuro a Salerno si chiama Franck Ribèry. Il campione transalpino – stilografica alla mano e scarpini ai piedi – sta scrivendo una pagina romantica e stupefacente della storia ultracentenaria della Bersagliera. Indipendentemente dal risultato finale e dallo score di alcune partite calde – in primis il derby col Napoli di domani pomeriggio – FR7 è e resta Capitan Futuro. La traccia dell’amore ormai incancellabile tra Salerno, la sua gente ed il “ragazzo” francese è racchiusa negli occhi dei bambini, di tutti quei tifosi in erba che al solo vederlo scendere in campo, si emozionano e iniziano a cantare. Sono i nostri figli il termometro della passione per questa squadra. Una passione che non si compra, nè si vende, nè tantomeno si baratta per visibilità, vanagloria o qualche spicciolo di notorietà metropolitana.

E’ quasi come se stessimo seduti in una grande sala cinema, con lo schermo in 3D, immersi nella visione di una pellicola fuori dal tempo. 11 maglie che corrono veloci su di un campo di calcio, una folla innamorata della propria casacca, tanti nemici ed avversità da affrontare a viso aperto e poi lui: il nostro capitano, a cui tutta la squadra ha affidato 8 giorni fa il fardello di questo campionato. E lui, come un alpino della prima guerra mondiale, lo zaino se lo è messo in spalla. Pesante, maledettamente pesante. Ma non fa nulla, il ghigno del campione non lascia trapelare fatica. Capitan Futuro è tra noi e già questo basta a farci sentire meno soli, meno fragili. Intanto il film va avanti e ognuno in sala avverte brividi lungo la schiena.

Ma siamo molto prima dell’intervallo, il primo tempo è ancora tutto da vedere e vivere insieme a lui. Ci saranno colpi di scena, suspense, gioia, lacrime ed ogni altro ingrediente di un colossal. Noi saremo lì, accanto alle nostre casacche granata, ignorando quelli che ci affiancano con la canottiera di un altro colore (o meglio compatendoli). Saremo lì fino al 90′ e ancor di più. Attenderemo il gran finale, i titoli di coda, l’uscita dalla scena di tutti i protagonisti. Lui – Capitan Futuro – sarà l’ultimo a lasciare la nave. Maglietta piegata su una spalla, la fascia stretta al braccio come una vena gonfia di orgoglio e identità. Verrà sotto la “sua” curva per ricevere l’abbraccio di tutti noi. E poi all’improvviso… No, per ora basta così. Lasciateci sognare ancora!

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