Di Giuseppe Barbato
Cinque squadre a punteggio pieno, altre cinque ancora ferme al palo, la caduta della Juventus. Volendo sintetizzare, in maniera telegrafica, la seconda giornata di campionato potremmo fare così. È stato un turno ricco di gol, ben trenta, e due soli pareggi a reti bianche. Il racconto della giornata parte proprio da queste due partite: Sassuolo-Sampdoria e Atalanta-Bologna. Al Mapei Stadium si è vista una partita d’altri tempi: chi si ricorda gli 0-0 dominati dal tatticismo degli anni ‘90 ha avuto un deja-vu. Il Sassuolo di Dionisi ha imbastito una buona rete di passaggi senza incidere negli ultimi 25-30 metri eccezion fatta per una conclusione estemporanea di Rogerio; la Sampdoria di D’Aversa ha gestito la partita con un 4-4-2 scolastico, evitando di abbassare troppo il proprio baricentro e cercando qualche ripartenza soprattutto sulla destra con Candreva. Al Gewiss Stadium si è visto il refrain di un problema della squadra di Gasperini: l’incapacità cronica di superare avversarie che si dispongono con il blocco basso, nell’attesa di una ripartenza vincente. Il Bologna, cosciente sia dei propri limiti sia delle qualità avversarie, ha fatto necessità virtù cambiando il proprio sistema di gioco e ha ottenuto un punto importante.
A punteggio pieno rimangono cinque delle sette big annunciate. Finora quella che ha destato la miglior impressione è la Lazio sarriana che ha sconfitto lo Spezia con un roboante 6-1: seppur passata in svantaggio con Verde i bianco-celesti hanno subito ripreso le redini del match, trascinata da Immobile che ha concluso il primo tempo con una tripletta. Nella ripresa Felipe Anderson, Hysaj e Luis Alberto hanno chiuso il conto. Ottimi segnali anche dal Milan che batte il Cagliari 4-1, festeggia la doppietta del nuovo 9 rossonero, il nazionale francese Giroud, e soprattutto il primo gol di Sandro Tonali: una splendida punizione che ha riportato in auge il paragone pesante con Andrea Pirlo. I rosso-blu, incapaci di arginare la marea rossonera, si accontentano del gol di Deiola e rendono espliciti quei limiti già emersi contro lo Spezia. Soffre, e non poco, il Napoli che solo nel finale con Petagna risolve la pratica Genoa: la squadra di Ballardini gioca una buonissima gara, soprattutto sulle fasce con Ghiglione e il giovane Cambiaso, e paga l’assenza di un uomo d’area in grado di affiancare l’eterno Pandev. Segnali incoraggianti dopo la pessima prova di San Siro che non bastano a togliere lo zero in classifica. Stesso dato che riguarda anche le due squadre venete, Verona e Venezia. I giallo-blu contro l’Inter giocano una buona partita, dimostrando compattezza e voglia di contrastare i nero-azzurri a centrocampo, senza essere passivi, ma pagano lo scotto rappresentato da Joaquin Correa che bagna il suo esordio con una doppietta. Il Venezia di Zanetti è carino, ha buone trame di gioco, Johnsen conferma quanto di buono ha fatto vedere lo scorso anno… Il Venezia di Zanetti è ancora troppo acerbo e non sa reggere l’urto rappresentato dalla Serie A. Basta pochissimo all’Udinese, che fa pesare tutta l’esperienza e il cinismo di cui dispone, per chiudere la pratica e ottenere i tre punti.
L’ultima squadra ancora a zero è il Torino di Juric, prossima avversaria della Salernitana. L’allenatore serbo, in sala stampa, ha espresso tutto il malcontento per un mercato all’insegna dell’austerity e lontano da quella politica di rinnovamento portata avanti da Commisso a Firenze. In campo si è visto un Torino ben disposto in campo ma incompleto in alcune zone del campo e inadeguato in altre, dall’altro lato c’era una Fiorentina che conferma già di essere sulla strada giusta: 4-3-3 veloce, capace di produrre palle gol in serie e impreziosito dalle ottime individualità del solito Vlahovic e di Nico Gonzales, al suo primo gol italiano. Concludiamo con la partita della settimana: il colpaccio dell’Empoli sul campo della Juventus, prima volta nella storia degli azzurri. La domanda è scontata: “è mancato Cristiano Ronaldo?”. Sì e no: da un lato la soluzione di Dybala falso 9 non ha funzionato perché i bianco-neri non hanno saputo riempire l’area con efficacia, dall’altro la squadra di Allegri ha poche soluzioni offensive e non possono bastare le folate di Cuadrado e Chiesa. L’Empoli di Andreazzoli ha vinto soprattutto a centrocampo, con le sue geometrie e la qualità degli interpreti: su tutti Haas, eccellente in entrambe le fasi, e il terzino Stojanovic, primo per passaggi riusciti e sempre capace di dare ampiezza alla manovra. La partita dello Stadium insegna soprattutto una cosa: dove ci sono demeriti in una sconfitta ci sono anche i meriti in una vittoria. Bisognerebbe ricordarsene sempre quando si analizzano le partite.