Se fossimo 40 anni addietro, lo ascolteremmo quasi tutti i giorni. Sarebbe uno dei tormentoni di questa fase concitata della settimana che precede la trasferta nella capitale. Lucio Battisti ce lo ha insegnato… “il mio canto libero sei tu”! E noi, che di quel canto siamo innamorati, rispondiamo che non ne conosciamo altri. Il nostro canto libero è in quella curva, dentro e fuori le mura amiche, lontani dai ritrovi domenicali dove ci si incontra con gli amici di sempre come anche quando siamo all’Arechi, intenti a “rovinarci il fegato” con Borghetti e birra calda.
Ma a qualcuno il nostro canto libero proprio non va giù. Sarà che la Salernitana non è più quella squadretta che tutti deridevano lo scorso torneo fino al 31 dicembre, che tutti – ma proprio tutti – utilizzavano come barzelletta nazionale. Oggi quella Salernitana per fortuna è solo un ricordo lontano, spazzato via da una società che si sta facendo valere sui palcoscenici che contano. E chissà se proprio questo elemento ha “pesato” nella decisione di “vietare de facto” la trasferta a Roma contro la Lazio.
Facciamo paura? Non possiamo certo affermarlo come se fosse una delle leggi della fisica, ma ci andiamo abbastanza vicini. E non è solo quel manipolo di calciatori guidati da Davide Nicola a incutere timore, ma anche il “tesoretto” di passione e calore che questa squadra si porta appresso in ogni stadio d’Italia, dove lo spettacolo dei tifosi granata spesso copre l’intero costo del biglietto anche per i supporters locali.
Visto che a Roma arrivano tifoserie da tutta Europa per le gare internazionali, in numeri massicci e con il conto danni sempre in rosso per la Capitale, la domanda nasce spontanea: ma perchè “vietare” la trasferta ai salernitani? Chi è preposto alla gestione dell’ordine pubblico dovrebbe appunto gestirlo e non semplicemente imporre veti e divieti, altrimenti possiamo chiudere tutto il Paese e gettare le chiavi, dicendo che siamo stati bravi a mantenere l’ordine e la pace sociale. Piace vincere facile a qualcuno, evidentemente.
Intanto domenica si avvicina ed il modo migliore per alzare la voce contro una decisione assolutamente cervellotica è quello di lasciare il settore ospiti quanto più deserto sia possibile, per dimostrare – semmai ve ne fosse ancora bisogno – che il calcio senza la sua gente non è più lo stesso!