Di Vanni Vignes
Non è tutto perduto. E’ questo il primo assunto che ci preme sottolineare dopo l’inattesa sconfitta interna patita dalla truppa di Ventura contro l’Empoli. La Salernitana al momento, seppur per il rotto della cuffia, è ancora in zona play-off e se il campionato si fosse chiuso ieri sera, Di Tacchio e compagni si giocherebbero la promozione. Questo significa che i granata sono ancora padroni del proprio destino e che saranno loro, soltanto loro ad orientarlo nelle sfide con Pordenone e Spezia che chiuderanno la regular season. Una buona notizia quindi, che purtroppo però è l’unica emersa dalla serata di ieri. Un campionato di calcio è un po’ come un anno scolastico, nel senso che gli allenamenti sono come le lezioni quotidiane e le partite sono come le interrogazioni, per le quali di volta in volta si è giudicati. L’analisi della gara di ieri quindi deve essere concentrata solo a quanto visto in campo, a come ci si è arrivati certo, ma il giudizio al momento non deve inficiare nè sporcare quanto fatto di buono fino a ieri. Ci saranno le pagelle finali a decidere chi sarà promosso e chi invece bocciato, ma durante l’anno i giudizi, le valutazioni devono servire come stimolo a migliorare e migliorarsi. Questa premessa è importante per poter dire evitando qualunque equivoco, che la sconfitta di ieri, a nostro parere ha 2 precisi colpevoli: in primis la società e poi Gianpiero Ventura. Le colpe dello staff dirigenziale e della proprietà sono chiare, evidenti, lampanti. La Salernitana è una squadra incompleta, una coperta troppo corta e questo potrebbe anche non essere una colpa. Nella vita si sbaglia, per carità. Diventa però in questo caso un peccato mortale perchè questa inadeguatezza della coperta, seppure di buona fattura, era evidente già a dicembre. L’operatore di mercato ha avuto un mese intero, quello di gennaio, per apportare gli opportuni accorgimenti volti ad integrare una rosa di buona qualità ma a cui, anche le pietre che di solito sono poco loquaci, urlavano quanto fosse insufficiente per lottare concretamente per la A. Il già citato non lo ha fatto, scegliendo o accontendandosi, chi lo sa, delle solite comparse per un film che invece necessitava di un paio di attori protagonisti. La proprietà dal canto suo, avalla o peggio ancora ordina, di operare in tal senso. Questo atteggiamento, questo continuo lassismo, permettono poi il proliferare di voci deliranti su presunte partite vendute, comprate o affitate. Ed è tutta colpa loro. Poi c’è Ventura. Abbiamo chiaramente elogiato il tecnico per il lavoro fatto fino ad oggi. Gli orrori commessi dalla dirigenza sono stati coperti dal pregevole lavoro portato avanti dal tecnico. Se questa squadra si trova a lottare per i play-off il merito è il suo. Ma se ieri la Salernitana ha perso in quel modo contro l’Empoli, la colpa è la sua. Chi parla di rendimento incostante, di sconfitta causata dagli errori dei singoli o non ha mai messo piede in un campo di calcio oppure ha qualcosa da nascondere o proteggere. Una partita non si valuta dagli episodi, quelli la determinano, ma sono sempre frutto della gestione dei 90 minuti. L’episodio poi è tale, quando è estemporaneo, quando non te lo aspetti. Se invece lo stesso episodio arriva dopo 30 minuti di pressione costante, come quella di ieri dell’Empoli, non è più un episodio, diventa una logica conseguenza. L’episodio in realtà, è stato il gol del vantaggio granata. Chi avrebbe scommesso un euro in quel momento della gara, con i padroni di casa che non riuscivano a fare 3 passaggi di fila, che a segnare sarebbe stata la Salernitana? E perchè Micai sarebbe il colpevole a causa degli errori commessi, i famosi episodi, il famoso rendimento incostante, quando sullo 0 a 0 ha compiuto un miracolo sul sinistro a botta sicura di Ciciretti? La verità è che la squadra ieri è stata schierata in campo male, le scelte degli uomini sono state sbagliate, quella del modulo neanche a parlarne. Marino in conferenza stampa prima del match aveva spiegato ai giornalisti empolesi che, a questo punto del campionato, tatticamente lui si affidava alle certezze, al modulo che la squadra meglio aveva dimostrato di avere assimilato. Ecco, Ventura non lo ha fatto, ed ha riproposto di nuovo lo spartito già suonato ad Ascoli. Il 4/3/1/2 di ieri è stato il remake del film gia visto nelle Marche con identico risultato, pessimo. Lopez bloccato per paura di Ciciretti poi, è stata la ciliegina sulla torta. La Salernitana aveva solo la gamba destra formata dall’asse Akpa, Cicerelli; gamba che, inevitabilmente dopo mezz’ora era scoppiata. Come poteva essere diversamente??? In più Maistro trequartista ha lo stesso rendimento di Kyine in quel ruolo, nullo. Questo accade perchè la squadra ha dimostrato di non avere nelle proprie corde i movimenti, le distanze e le capacità aerobiche per giocare con questo modulo. Lo diremo fino allo stremo delle forze. Questa squadra può giocare solo e soltanto con il 3/5/2 e quando lo fa, lo fa più che bene. Lo ha dimostrato sul campo e non capiamo perchè Ventura si ostini a cercare strade alternative. La Salernitana è ancora padrona del proprio destino, lo abbiamo detto. La speranza è che il tecnico sappia riprendere in mano saldamente il timone di una nave che può ancora approdare nel porto della Seria A. Forza Salernitana, sempre.