di Giuseppe Barbato

Vi invitiamo a posare i cellulari, alzare le braccia al cielo e tirare fuori la voce sia in casa sia in trasferta. Dimostriamo realmente chi siamo e non culliamoci sui numeri che come sempre ci precedono ma che poi in fondo sono fini a se stessi

Inizia così il comunicato pubblicato ieri sulla fanzine della Curva Sud Siberiano, con allegata una bella foto di San Siro. Il concetto della curva, poi sviluppato in un lungo comunicato, è chiarissimo: non basta essere in tanti, lo sanno già tutti, conta come si tifa e conta sostenere per 90 minuti.

Il rapporto quantità-qualità è un problema annoso della storia del tifo granata, da “Cantate… o ve ne andate” a “I 5000 di Foggia mai più, i 500 di Verona sempre di più”. La questione era emersa anche nelle ultime settimane, sebbene un po’ sottaciuto. Solo uno sguardo esterno lo aveva posto all’attenzione: Simone Meloni su Sportpeople, nel suo racconto di Salernitana-Sampdoria, lo aveva detto e le sue parole rispecchiano le stesse perplessità espresse dai gruppi:

Spesso oggi si ha come l’impressione che il settore tifi con il freno a mano, non riuscendo ad esprimere appieno tutto il potenziale. Intendiamoci: parliamo di una grande Curva, che continua a fare la sua bella figura nel gotha del calcio italiano (anche grazie alla sempre perfetta realizzazione di coreografie che l’hanno resa celebre) e che soprattutto in trasferta riesce ad esprimere davvero alla grande il proprio valore. Eppure tra le mura amiche qualcosa sembra essersi inceppato, dilapidando sovente un potenziale stratosferico.

Le parole di Meloni sottolineano un dato di fatto: Salerno offre degli standard altissimi, unici comparando tifoserie simili per numeri. Vedere tutto quel potenziale inespresso delude un po’ e lascia l’amaro in bocca. La Curva ha aggiunto il carico da 11: non dare il massimo rappresenta un danno per la squadra, soprattutto ora che c’è da lottare per la salvezza.

Il richiamo alla folla arriva ora, arriva nel momento giusto e con toni perfetti: un avviso ai naviganti, nel nome della maglia granata. La risposta vista ieri è stata magistrale: compattezza lungo tutti i 90°, alzando la voce fino all’impossibile e con battimani poderosi. I video dove i due spicchi di curva battono all’unisono sono l’immagine di una ritrovata compattezza. E anche la squadra ne ha risentito bene: una foto di gruppo, sotto la curva festante. Da qui si riparte, tutti insieme.

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