Resterebbe volentieri alla Salernitana, ma allo stesso tempo è fortemente tentato dalla possibilità di firmare per il Monza. Legittimo, ci mancherebbe: nel pieno della carriera sposerebbe un progetto interessante, si circonderebbe di dirigenti nel calcio da una vita e guadagnerebbe il doppio di quanto percepisce a Salerno. Pasquale Mazzocchi è il protagonista della telenovela estiva destinata a tenere banco almeno per un altro paio di settimane, con tanti attori di contorno che giocano a carte coperte mettendo in campo le più svariate strategie. Di certo c’è che la società ha le sue ragioni. Prendere a 1 e vendere a 4 può far arrabbiare i tifosi e indebolirebbe una rosa che ha già perso petali di un certo spessore, ma di questi tempi è comunque una rispettabile plusvalenza. Forse inferiore al reale valore, ma tale da rimpinguare le casse. Inoltre è stato sottoscritto un contratto appena cinque mesi fa e andare a chiedere prolungamento e adeguamento solo perchè il Monza si è fatto sotto con insistenza ha fatto storcere il naso ad un uomo di principio come De Sanctis. Che pure, dopo aver letto screenshot di conversazioni teoricamente private ma di pubblico dominio in breve tempo, un piccolo passo l’ha fatto: resta il triennale, ma con un leggero aumento di stipendio e una clausola che prevede il ritorno alle precedenti condizioni economiche in caso di malaugurata retrocessione. A Monza, invece, si parla di quadriennale e 3 milioni di euro complessivi in tasca a prescindere da presenze e risultati. Mazzocchi è combattuto. E’ legato alla piazza, con Sabatini avrebbe già da tempo sottoscritto un accordo più conveniente, ma allo stesso tempo teme che il rapporto con parte della piazza si sia incrinato. E il fatto che la società abbia svelato ai giornali il suo rifiuto ancor prima che si materializzasse l’incontro è stata strategia sotto traccia per attribuire al calciatore la stragrande maggioranza delle responsabilità. Non sappiamo come andrà a finire, ma la partenza è sempre più probabile. L’ex Venezia vuole sentirsi parte integrante del progetto e, ragionando per ipotesi, avrà visto poca coerenza nelle promesse fatte (“Fascia da capitano, maglia da titolare e punto cardine della squadra dentro e fuori lo spogliatoio) se poi chi è appena arrivato e deve dimostrare molto già guadagna il doppio con accordi più lunghi. Comunque vada  a finire, si spera in una soluzione che non scontenti nessuno. La Salernitana ha il diritto e il dovere di far rispettare i contratti e di non farsi prendere per il cravattino da dirigenti molto noti da queste parti, pur senza negare l’esistenza di trattative come ha fatto ieri Migliaccio nella conferenza stampa. Il calciatore ha legittime aspirazioni economiche, ma sa anche che la stragrande maggioranza dei tifosi è dalla sua parte e nessuno lo fischierebbe al primo cross sbagliato. Contestualmente c’è anche la corte di Sampdoria, Verona, Bologna, Torino e Fiorentina, oltre che del Genoa che, però, è in B e viene scartato a priori. C’è poi Nicola che ha chiesto ufficialmente a Iervolino di toglierlo dal mercato. Appuntamento alla prossima puntata, sperando che lo strappo si ricomponga e che la Salernitana non debba ritrovarsi a cercare anche un terzino destro da qui a pochi giorni. Dopo Ranieri, Kastanos, Djuric, Bonazzoli, Verdi ed Ederson sarebbe un’altra perdita non di poco conto.

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