Di Giovanni Di Domenico
In un’intervista rilasciata a Fanpage, Gennaro Tutino ha ripercorso le tappe fondamentali della stagione appena conclusa in maglia granata, culminata con la storica promozione in Serie A e con il record di reti in una singola annata (14 tra campionato e coppa): “Dal primo giorno che sono arrivato dicevo che sarei venuto a Salerno solo se ci fosse stata la possibilità di lottare per la Serie A. Inizialmente la trattativa è stata lunga perché non ero convintissimo. La Salernitana veniva da dei campionati non esaltanti. Ma poi alla fine ho accettato. La gente qui è malata di calcio, vive di calcio e la Salernitana è una fede, una malattia. Abbiamo capito di poter andare in Serie A quando c’è stato Monza-Lecce e noi abbiamo giocato a Pordenone. Sapevamo che in caso di vittoria probabilmente il Monza in casa avrebbe vinto con il Lecce e quindi potevamo metterci al secondo posto, in modo tale che poi sarebbe dipeso tutto da noi. A Lignano Sabbiadoro abbiamo capito che era fatta. Quel rigore l’ho preso io perché ero carico, quella era la partita più importante dell’anno. Il mister ha deciso di farmi partire dalla panchina e quando sono entrato, dopo essermi procurato il rigore, sentivo di dovermi prendere io la responsabilità. I giocatori con più personalità devono prendersi la squadra sulle spalle”.
Sulla scommessa con il ds Angelo Fabiani: “Non ho vinto la scommessa perché dovevo segnare 15 gol e invece ne ho fatti 14. Purtroppo la casa resta a lui. L’ho fatto risparmiare”.
L’ex Cosenza ha già avuto modo di assaporare il palcoscenico della massima serie ai tempi del Verona, pur giocando con il contagocce: “Lo posso dire senza presunzione: penso di essermi meritato la Serie A e voglio dimostrare il mio valore. Al Verona è stata colpa mia se non sono riuscito ad impormi. Juric in un’intervista disse che in futuro avrei giocato in Serie A, sapevo quanto credesse in me. Forse non avevo ancora capito cosa ci volesse per giocare in Serie A. Oggi tra B e A ci passano 5-6 categorie di differenza. L’esperienza di Verona mi ha fatto crescere, ma Salerno mi ha fatto maturare di più. E spero di poter rimanere alla Salernitana, anche se non dipende da me. Ciò che è certo, è che l’anno prossimo voglio giocare in Serie A”.
Tutino ha colto l’occasione per soffermarsi anche sulla società, complimentandosi per il lavoro svolto: “Ad oggi la Salernitana ha dimostrato di essere una società solidissima con Mezzaroma e Lotito, specie in tempo di Covid. Bisognerà vedere chi arriverà. Non è facile trovare un presidente come Lotito e Mezzaroma: hanno pagato tutti gli stipendi, abbiamo ricevuto cinque mensilità in anticipo. Tante altre squadre stanno posticipando. Qui ci vorrà una proprietà solida che possa dare certezze alla piazza e ai calciatori Perché se c’è una società stabile, il calciatore è più tranquillo e rende anche meglio”.
L’attaccante granata spera che la Salernitana possa riscattarlo: “Non penso che il Napoli voglia confermarmi e in ogni caso sarei più contento se la Salernitana esercitasse il diritto di riscatto. Vorrebbe dire che ho fatto qualcosa di davvero importante. Se una società di Serie A spende tanti soldi per un calciatore vuol dire che lo mette al centro del progetto, che ha dimostrato di valere quello che investiranno. Questo lo dico non perché io non voglia tornare a Napoli, ma perché se la Salernitana dovesse riscattarmi sarei ancora più felice. Sarebbe bellissimo perché significa che il club crede in te. Ed è bello sentire tutti questi attestati di stima da parte dei tifosi. Mi fido ciecamente del mio agente e sono certo che saprà gestire al meglio la situazione”.