Di Vincenzo Senatore

Duole ammetterlo ma questa Salernitana non ha nulla che possa far anche solo immaginare una sua permanenza in Serie A. Il secondo gol subito, ad esempio, è un capolavoro di confusione, limiti tecnici, approssimazione. Rassegnazione. Ecco, questa squadra sembra non avere nemmeno quella cattiveria agonistica che contraddistingue le matricole. Basta vedere il Venezia, che certo non è una squadra di campioni ma ha almeno l’atteggiamento da sangue e arena. L’aspetto tecnico meglio lasciarlo da parte perché è un festival di disastri. Qualche pensiero in libertà: Ribery tuttocampista non serve, non ha la forza fisica per questo ruolo. Rotto per rotto meglio metterlo come punta, in appoggio a un giocatore pivot. Se proprio serve un trequartista può farlo benissimo Lassana, che in quel ruolo si è sempre ben disimpegnato nella Ligue 1 francese. Dell’allenatore possiamo dire poco, ha già avuto coraggio a prendere in mano una situazione disperata. Che poi ci abbia messo del suo per aggravata è un altro paio di maniche. Ma questi sono discorsi che hanno senso in un contesto normale, non certo a Salerno dove per la prima volta nella storia del calcio italiano una squadra partecipa alla Serie A senza una società. Non resta, a questo punto, che concentrarsi sull’aspetto relativo alla nuova proprietà. Dalla Serie B, che a questo punto purtroppo è cosa certa, si può sempre risalire. Basta una società che venga a Salerno per fare quello che si fa a Udine, Sassuolo, Bergamo. Calcio e programmazione, non operazioni opache e figure da peracottari.

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