di Giuseppe Barbato

Come giocherà la Salernitana di Pippo Inzaghi? Domenica si avrà la prima risposta a questa domanda, insistente nella testa di una tifoseria preoccupata per lo scontro diretto contro il Cagliari di Ranieri. Difesa a tre o a quattro? Centrocampo a due o a tre? E Dia farà davvero la prima punta, oppure sarà affiancato da qualcuno che gli crea spazi? Prima di rispondere ai quesiti è importante partire da un aspetto: l’atteggiamento.

La Salernitana in queste prime otto giornate è la peggior squadra del campionato per produzione offensiva e difensiva. In attacco tira pochissimo e lontano dallo specchio, non ha pericolosità nonostante la qualità degli interpreti e ha finalizzato ciò che è riuscita a creare. Difensivamente concede più di chiunque altro, non solo come quantità di tiri ma anche come pericolosità degli stessi. Insomma, le avversarie arrivano con troppa facilità davanti a Ochoa, che solo con l’Inter non è stato all’altezza del suo nome. Il primo dato da cui ripartirà è questo: come dare maggior solidità difensiva? Si partirà da un abbassamento del baricentro, rinuncerà a fasi di aggressività alta per compattarsi di più e lasciare meno campo alle spalle.

Ciò non significa automaticamente un rintanarsi dietro ma il numero di rischi in pressione e di giocatori che rompono la linea sarà sicuramente più basso. Probabilmente cambierà anche il modo di impostare il pressing: meno rivolto sull’uomo, al confronto 1 vs. 1, ma più improntato all’intercetto delle linee di passaggio e della densità sulla zona palla. Quegli stessi passaggi che Paulo Sousa aveva fatto dopo la prima sconfitta con la Lazio. L’altro grosso problema riguarda il modulo e qui potrebbe avvenire un passaggio interessante. Non tanto un recupero di quel 3-5-2 compatto che si vide in alcuni momenti della gestione Nicola ma un passaggio al 4-3-3 con variazioni al 4-2-3-1.

Insomma, un Inzaghi che riprende la Serie A dove l’ha lasciata: dalla difesa a 4 come cardine su cui costruire il resto in base agli interpreti a disposizione. A cominciare dal centrocampo, la grande incognita della Salernitana. Pochi gli uomini a disposizione finora, tante le soluzioni provate e solo una potenzialmente efficace cioè la coppia Bohinen-Łęgowski. I due, insieme a Lassana, sono quelli più tranquilli dal punto di vista dell’adattamento. Poi ci sono Martegani e Giulio Maggiore: i motivi per cui focalizzarsi sono quasi opposti. L’argentino è stato preso secondo una certa idea di calcio, Inzaghi dovrà necessariamente integrarlo per utilizzare quelle doti palla al piede che ha saputo mostrare.

Di contro un centrocampo a tre potrebbe essere la chiave per rimettere in pista Maggiore, giocatore che finora a Salerno ha dimostrato pochissimo e ha smarrito tutto quel patrimonio che a Spezia lo aveva portato a un passo da Coverciano. L’idea incursore più interdittore, accanto a un regista, è possibile solo se entrambi fanno questo lavoro. Lassana l’anno scorso si è scoperto giocatore con i gol perché Vilhena sapeva fare anche l’uomo di fatica. Maggiore su questo non ha mai fatto quel salto di qualità: che sia una questione di posizioni? Resta l’attacco su cui i dubbi sono molteplici.

Al netto di una considerazione frutto dell’anno scorso, cioè che Dia rende al meglio quando intorno ha giocatori che interagiscono e gli creano spazi (su tutti Botheim, la cui capacità in tal senso è costantemente sottovalutata), la scelta del senegalese perno centrale, come in nazionale, impone un ragionamento sulla trequarti e sull’alternativa a Dia. A mio parere anche una serie di varianti da utilizzare di partita in partita o durante la stessa. Per esempio, quando magari si vorranno sfruttare velocità e spazi in ripartenza, una coppia Tchaouna-Cabral con passo e dribbling potrebbe avere senso. Candreva potrebbe servire in altri modi, con un centrocampo più numeroso; Kastanos altrettanto.

Infine il centravanti: molto si è detto di Simy, del suo rientro in organico. A ora il nigeriano non fa parte della lista dei 25 e non può essere inserito in automatico, regolamento alla mano. Forse non potrà subentrare fino a gennaio. Quindi pensare che possa essere davvero lui la ciambella di salvataggio è troppo. Inoltre ci sono comunque due acquisti fatti dal club che vanno considerati. Qui la scelta da un lato sarà di Inzaghi, data la similitudine per alcuni versi di Ikwuemesi e Stewart, dall’altro anche dei singoli che dovranno dimostrare molto. In questo momento partono ancora più indietro nelle gerarchie. Super Pippo dovrà tenerne in considerazione, per la loro utilità in alcune situazioni di oggi e soprattutto se Dia sentirà il bisogno di ricevere supporto. Perché su una cosa ha ragione: se non segna 15 gol sarà durissima.

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