di Giuseppe Barbato

Ieri Mateusz Łęgowski ha svolto le visite mediche. Il centrocampista polacco, classe 2003 e già nel giro della nazionale maggiore, proverà subito a inserirsi nello scacchiere tecnico e tattico di Paulo Sousa. Per conoscerlo meglio abbiamo intervistato Edo Kaedo, redattore del podcast ‘Tunnel’ dedicato del calcio internazionale nel senso più ampio del termine e conoscitore del calcio polacco.

Partiamo da un profilo tecnico tattico di Mateusz Łęgowski. È più giocatore di costruzione oppure ha anche doti di interdizione, quindi magari più simile a Lassana Coulibaly?

È ancora difficile dirlo, è fin troppo giovane e in carriera ha già fatto entrambi i ruoli. Già da due stagioni si fa notare, ha esordito 18enne da mezzala box-to-box facendo diverse presenze. Non è velocissimo però sopperiva con la personalità. La scorsa stagione, da quando c’è stato il cambio di allenatore al Pogoń Stettino, è stato arretrato davanti alla difesa, da mediano di impostazione. Non ha un piede finissimo ma ha una buona visione di gioco, con una capacità di cambiare campo e leggere le situazioni. Sa cosa deve fare.

Łęgowski ha già esordito in Nazionale. Ti chiedo qual è stato il suo percorso nelle nazionali giovanili e quali sono le sue prospettive nella nazionale maggiore?

Ha debuttato poco prima del Mondiale 2022 con Michniewicz, l’allenatore che ha sostituito Paulo Sousa. È stata una chiamata “tipica” prima del mondiale: testare una serie di giovani per capire il loro livello. Insieme a lui è stato chiamato anche Kozłowski: sono cresciuti insieme al Pogoń e poi Kozłowski è stato venduto al Brighton per oltre dieci milioni. Adesso è in prestito al Vitesse. Rispetto a Kozłowski Łęgowski è meno fantastista e anche meno pubblicizzato, non a caso la Salernitana l’ha preso a un prezzo più abbordabile.

Tornando a Łęgowski ti chiedo quali centrocampisti polacchi ti vengono in mente oltre a Zieliński e Krychowiak. Avrai difficoltà perché c’è proprio una penuria di centrocampisti, è proprio un problema generazionale. Forse proprio per questo è stato arretrato il suo raggio d’azione. Secondo me potrebbe avere uno spazio importante in nazionale. Il Pogoń è uno dei vivai più interessanti e rinomati del calcio polacco, lancia molti giovani. Oltre a Kozłowski ci sono alcune conoscenze del nostro calcio, come Benedyczak del Parma o Walukiewicz in passato

Su cosa dovrebbe lavorare di più per arrivare pronto al campionato italiano?

Paulo Sousa può lavorare con lui come con della creta molle. È un giocatore con un gran fisico e molto positivo come atteggiamento, ho visto un paio di interviste in patria e ha sempre un gran sorriso. La tecnica è discreta, non eccezionale, ma può migliorare. Sousa l’ha voluto proprio perché sa cosa può ottenere con lui: cerca giovani con cui lavorare, gente che corre, di fisico e generosa. Secondo me non partirà titolare però potrà ritagliarsi il suo spazio e può occupare tutte le posizioni del centrocampo

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