Fino a poco tempo, fa anche a causa della fredda gestione targata Lotito-Mezzaroma e alla ripartenza dai dilettanti senza segni distintivi, si faceva fatica a trovare per strada un ragazzino che indossasse una maglia della Salernitana. Anzi, le più gettonate erano sempre quelle dei campioni che guadagnano milioni e milioni di euro nelle big del calcio italiano. Per fortuna, però, dall’avvento di Iervolino in poi c’è stata una rapida inversione di tendenza, al punto che abbiamo visto con gioia centinaia e centinaia di bambini, ragazzi e famiglie presenziare allo stadio nelle gare più importanti della scorsa stagione e nelle primissime di quest’anno. In casa come in trasferta, sempre con l’insperabile sciarpa o con una bandiera sventolata con orgoglio. Bravissima la società a indire talvolta una politica di prezzi popolari, con omaggi nei distinti per gli under14. Ora occorre battere il ferro finchè è caldo e moltiplicare le iniziative, rivolgendosi quotidianamente alle nuove generazioni che saranno la curva Sud del domani e che devono passeggiare per la città con i vessilli granata e non con le magliette di Leao, Dybala e Lautaro Martinez. E così, covid permettendo, la società ha intenzione di entrare nelle scuole elementari e medie, di girare per la provincia dando lustro a quei club che seguono con grandissimo amore la Salernitana dappertutto, di incontrare le scuole calcio e di prevedere delle agevolazioni mirate. Un museo permanente sarebbe già un primo passo importante, così come riaprire le porte degli allenamenti lavorando anche sull’idea del “sostegno a distanza” sfruttando gli strumenti tecnologici. 

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