di Giuseppe Barbato

Sepe 5. In entrambi i gol poteva fare qualcosa in più: nel primo sbaglia la lettura, nel secondo non ci prova nemmeno come altre volte.

Bronn 6. Della difesa granata è l’unico che si salva, che rimedia agli errori di lettura dei compagni. Anche in fase di possesso prova a dare un minimo di qualità.

Daniliuc 5. Coși com’è stato da applausi allo Stadium oggi non ha fatto una sola scelta indovinata. Il voto potrebbe essere anche più basso ma l’accanimento è inutile: se fosse anche continuo sarebbe un campione, crescerà.

Gyomber 5. L’unico alibi a sua disposizione è la posizione, fuori ruolo frutto della scelta del mister di preferire lui a Pirola. Contro una squadra molto mobile la sua fisicità e la sua staticità non serve e non ne giova. Dal 46° Bradaric 5. Il croato continua a sembrare un pesce fuor d’acqua, tenta delle giocate che forse non gli appartengono. Dovrebbe giocare più semplice.

Candreva 5.5. Un paio di spunti, un cross al bacio per Mazzocchi e gli inserimenti sulle fasce. In attacco fa il suo, in fase difensiva dura cinquanta minuti. Nel secondo tempo cala vistosamente e non si rende più utile. Esce stanchissimo. Dal 82° Valencia 6. Pochi minuti di qualità, con voglia di sfidare i difensori leccesi e dar imprevedibilità all’attacco granata. Merita qualche minuto in più.

Lassana 5. Quando ha la benzina è un giocatore di altissimo profilo, quando non ne ha è un giocatore in meno. La sosta può fargli solo bene. Dal 46° Kastanos 5. Da quando è tornato non ha fatto una prestazione all’altezza, oggi ha confermato questa tendenza.

Maggiore 6. Non è un regista, lo sappiamo, però in mezzo è l’unico che ha le idee chiare e quando sfrutta la sua capacità di inserimento diventa il terzo uomo perfetto e costruisce gli unici pericoli granata.

Vilhena 5. La sua qualità la conosciamo però non può sempre girare a corrente alternata. Serve quel qualcosa in più che sa di avere nei piedi e nella testa, ogni tanto prova ad accentrarsi e dare un quid in più. Però non basta.

Mazzocchi 5,5. L’errore su quel colpo di testa non è quello che pesa di più sull’insufficienza, pesa l’insistenza che ha portato al primo gol del Lecce. Non è questione di umiltà, come si può pensare: è questione di comprendere alcune scelte. Ha enormi qualità ma non serve giocare da soli.

Dia 5.5. Non si può essere sempre brillanti, prova a prendersi il pallone in tutte le zone del campo e cerca di interagire come suo solito. Oggi però non basta. Dal 76° Botheim 6. Anche il norvegese prova a sbuffare in area, lottando contro Pongracic e Baschirotto. Un paio di sponde gli riescono bene e si traveste da boa per i compagni.

Piątek 5.5. Rispetto al senegalese fa qualcosa in meno sul fronte del gioco associativo. Però in attacco è più incisivo e prova a ricavare il massimo dalle uniche due palle che gli capitano in area di rigore. Dal 66° Bonazzoli 5. Il pistolero di Manerbio è scalato nelle gerarchie e sembra aver perso quella fiducia che in granata gli apparteneva. Deve ritrovare se stesso.

Nicola 5. L’atteggiamento del primo tempo non è all’altezza, le soluzioni canoniche eseguite in maniera scolastica non pagano, in difesa la scelta di Gyomber è sbagliata. Il passaggio al 442 nella ripresa è interessante: cambiare spartito per cercare soluzioni diverse e scardinare le strutture del Lecce, anche a costo di perdere un uomo in mezzo. Non basta perché è proprio sulle fasce, lì dove cercava superiorità, che perde la partita.

1 commento

  1. Belle pagelle, scritte con sagacia e finezza di osservazione. Concordo su tutto eccezion fatta per la sufficienza a Maggiore, immeritata a mio avviso.

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