La paura fa 90. Ma i salernitani sono abituati a lottare anche dopo il 90′. Lo sappiamo da tempo immemore ed ogni tanto qualcuno in campo (leggasi Breda e Minala al Partenio) ce lo ricorda, con quel sapore incredibile che ha una vittoria oltre il limite. Già, il limite. Una parola che da sola rende plastica l’immagine di un confine che non può essere valicato, specie se parliamo di regole, date, scadenze. Quella del 15 novembre è una data che tutti i salernitani attendono ormai con l’ansia spasmodica tipica di chi è in quel limbo chiamato “stand-by” e nessuno ti dice cosa sarà del tuo domani.
La deadline, che lo stesso trust che governa la Salernitana dallo scorso mese di giugno ha indicato, scade oggi. In teoria (perchè la pratica in questo mondo ostile è mestiere di pochi) oggi Salerno ed i salernitani dovrebbero sapere quante offerte di acquisto sono giunte sul tavolo dei due trustee, i relativi dettagli e di conseguenza con chi sarà avviata la trattativa che condurrà la Salernitana nelle mani del futuro proprietario.
La correttezza e la trasparenza – due concetti quasi obsoleti nel dizionario della società contemporanea – imporrebbero quanto detto sopra. Ma il timore di tanti è che oggi non accada nulla. Assolutamente nulla. Se non l’ennesima e striminzita comunicazione con la quale il soggetto trust (che ripetiamo rimane un corpo estraneo ai vecchi valori dello sport ed alla passione popolare) informerà la piazza della non sussistenza di offerte valide e invierà alla Figc una nuova richiesta di ulteriore proroga.
Se così fosse – facciamo i debiti scongiuri – gli ultras ed i tifosi organizzati, come confermato a SalernitanaLive dall’avvocato Massimo falci, vicepresidente del ccsc, sono pronti ad una forma di contestazione e di durissima protesta nei confronti di chi sta “giocando” col futuro della Salernitana. L’orologio scorre per tutti allo stesso modo, dobbiamo solo attendere e sperare di essere smentiti dai fatti. Attendere prego!
