Torna puntuale come ogni settimana la rubrica dedicata al migliore in campo. Per la prima volta dopo anni non premiamo un calciatore ma la guida tecnica. Certo, nulla cancella le parate di Ochoa, gli interventi strepitosi di Gyomber, la crescita costante di Pirola, il lavoro sfiancante di Coulibaly e il gol da grande attaccante di Dia, ma stavolta gli onori della cronaca sono tutti per Paulo Sousa. Due mesi fa, in casa e contro il medesimo avversario, la Salernitana veniva presa a pallonate ma in conferenza stampa sentivamo l’ex allenatore parlare di progressi e di “squadre rimasta in partita fino alla fine contro un Milan nettamente superiore”. In quella circostanza, pur con alcune assenze importanti, fu schierata una difesa improponibile rispetto alle caratteristiche dei rossoneri e la Salernitana calciò in porta una sola volta: all’86’ con Bonazzoli per la rete dell’1-2. Non vogliamo fare sempre paragoni con quello che, per fortuna, è un passato da non rimpiangere affatto nè ce l’abbiamo con uno degli artefici principali della miracolosa salvezza del 22 maggio. Ma, dopo aver visto Dia in marcatura su De Sciglio, Candreva terzino destro e Sambia costantemente bocciato, possiamo dire che il salto di qualità è stato fatto e che c’è una figura carismatica, credibile e di livello internazionale che, in poche settimane, ha trasformato una squadra spenta, abulica, senza idee e in caduta libera in un gruppo compatto, che crede in quello che fa e in cui tutti si sentono protagonisti.

L’altro ieri Paulo Sousa l’ha preparata alla grande stravincendo il duello con Pioli e con un Milan a tratti presuntuoso. Con l’inserimento di Bohinen i granata hanno messo in campo qualità per trasformare l’azione da difensiva ad offensiva senza limitarsi a fare le barricate per poi spazzare il pallone nella terra di nessuno. Per 20 minuti si è visto fraseggio, coraggio, movimento. E aver reagito in quel modo dopo aver incassato la rete dell’1-0 al 46′ è un altro segnale di forza che certifica il grande lavoro mentale, e non solo tecnico-tattico, del mister portoghese. Uno che, a Firenze, ha fatto vedere il calcio vero lottando per la vetta della classifica fino a metà del girone di ritorno. E quando, sull’1-1 e con un Milan tutto in attacco, ha tolto Candreva per mettere Bonazzoli abbiamo capito che non si parla tanto per il gusto di farlo quando in conferenza si afferma che “voglio una Salernitana offensiva, che ci provi sempre e contro chiunque. Non mi piacciono le squadre difensive e speculative”. Poteva anche andare male e forse le cronache avrebbero parlato di atteggiamento spavaldo e presuntuoso, ma ciò che contava era lanciare un messaggio alla squadra e chiudere definitivamente con un passato recente fatto di belle parole, ma poca concretezza e, soprattutto, scarsa capacità di valorizzare il materiale umano a disposizione. Oggi Kastanos è un leone, Daniliuc è rinato, Pirola è un muro, tutti sanno quello che devono fare e c’è una lettura della partita perfetta così come la gestione dei cambi. E’ Sousa, dunque, il top player della Salernitana. Uno che De Sanctis avrebbe preso già dopo la scoppola di Reggio Emilia e dal quale ripartire anche l’anno prossimo.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui