“Ha ragione chi dice che ognuno può fare la differenza, a Salerno la gente ti fa giocare in dodici” ha detto qualche tempo fa l’ex direttore sportivo della Salernitana Walter Sabatini prima della gara interna col Venezia giocata qualche mese fa confermando quanto affermiamo da tempo: è vero che in campo vanno i calciatori e sono loro a determinare l’esito di una partita, ma l’ambiente e il pubblico possono incidere moltissimo sulle loro performance e dare carica, stimoli, energia e coraggio che sono doti essenziali talvolta più dell’aspetto meramente tecnico. Non è certo un caso che l’Arechi sold out, nell’epoca del 7%, sia tornato ad essere un fortino rispetto alle sconfitte precedenti. I quasi 75mila spettatori che hanno affollato l’impianto di via Allende all’epoca contro Fiorentina, Venezia e Cagliari hanno portato in dote 7 punti su nove, ma anche contro il Milan la bolgia infernale della Sud e degli altri settori ha colmato in modo netto il divario tecnico consentendo alla Bersagliera di agguantare un prezioso 2-2. Stesso discorso per la passata stagione, quando l’Inter si è piegata alla legge dell’Arechi e tanti gol decisivi sono arrivati attaccando sotto la Sud (Spezia, Verona, Udinese, Atalanta)

Ma è la storia a far capire quanto la tifoseria possa essere d’aiuto per i colori granata, l’esempio lampante risale alla stagione 2014-15: quante rimonte, quante vittorie e quanti gol all’ultimo secondo sono stati segnati attaccando sotto la Sud, a tratti il vero bomber della Salernitana. Al contrario, nel 2006-07 una squadra in piena zona playoff e imbattuta in casa si ritrovò quasi a lottare per non retrocedere non appena fu chiuso lo stadio. Di esempi ce ne sarebbero tantissimi, in generale possiamo dire che il tifoso incide non solo nei 90 minuti ma è determinante ogni giorno per la vita della propria squadra del cuore. Quanti calciatori accettano Salerno vedendo le immagini della curva e percependo anche sui social l’appoggio della gente? Iervolino avrebbe mai investito nei granata se non fosse stato colpito da un popolo così profondamente innamorato? Fu un caso che nel 1998-99 all’Arechi caddero Lazio, Roma, Inter e Juventus? Ora è tempo di confermare quanto l’apporto della gente possa fare la differenza, tutti allo stadio col Torino!

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