di Giuseppe Barbato

Sepe 5: sul gol poteva fare di più, sul resto risponde presente e fa i conti con le miserie del reparto difensivo.

Bronn 4: basta il modo in cui ha preso il cartellino giallo per descrivere il match del tunisino, sul resto poco da aggiungere. Non rimedia quasi mai e non è tempestivo in fase di costruzione.

Troost-Ekong 4: deve dare esperienza e solidità al reparto, non ci riesce mai. Si fa dominare fisicamente da Gaich ed è sempre in affanno nelle situazioni in campo aperto (dall’83° Gyomber s.v.).

Pirola 5,5: difensivamente è il migliore dei granata, deve lavorare almeno per due se non per tre e le sue chiusure spesso sono decisive. Il suo intervento su Doig è provvidenziale per tempistica e da applausi per impegno: tre suoi compagni avevano lasciato un’autostrada allo scozzese senza nemmeno avvicinarsi (dall’80° Valencia s.v.).

Candreva 4: pure nelle giornate peggiori della squadra aveva dimostrato forza ed esperienza. Oggi è mancato tutto, da solo contro Lazovic e Doig ha pagato il dazio dell’età (dal 56° Piątek 5: la croce cade addosso a lui perché l’errore è suo ma qualcosa in più rispetto agli altri lo crea e non è solo passivo contro i muscoli di Hien).

Črnigoj 4: lo sloveno, alla prima occasione vera in cui è chiamato in casa, marca visita. Un paio di contrasti forti all’inizio e poi niente più. Perde nettamente il confronto contro Lazovic e Duda (dal 56° Lassana 4: non è in condizione, si vede e nemmeno 40 minuti gli bastano per dare quel surplus fisico e agonistico di cui dispone).

Nicolussi Caviglia 4,5: se la squadra non offre più riferimenti né passa dai suoi piedi sparisce dal campo. Il cambio non sarebbe inevitabile ma se il gioco non deve passare da lui è giusta la sostituzione (dal 56° Sambia 4: in fase di copertura non c’è mai, in fase di possesso si spinge e corre ma non produce. Una buona conclusione dalla distanza non basta).

Vilhena 5: pregi e difetti dell’olandese li sappiamo però quel minimo di costruzione passa sempre dai suoi piedi e l’assist a Piątek è semplicemente fenomenale. Non è bastato.

Bradaric 4: la sua incapacità cronica di concludere anche solo una diagonale lascia basiti. Il giocatore che dominava la Ligue 1 e impressionava gli osservatori di mezza Europa non c’è più.

Bonazzoli 4,5: la palla persa nella propria metà campo da cui poi nasce il rigore, poi revocato, su Doig dice tutto. Il pallone se lo cerca anche, gli scambi e i movimenti prova anche a farli ma poi i risultati non si vedono.

Dia 6: è l’ultimo a mollare, l’unico a creare qualcosa, il solo a tirare con convinzione. La differenza con l’andata è in un’altra immagine dell’ultimo secondo: all’andata lui esultante sotto la Sud, al ritorno un fallo figlio della frustrazione.

Nicola s.v.: ha senso dare zero, cioè gli elementi di questa squadra? ha senso dare uno, cioè i pericoli creati a Montipò? ha senso dare due, cioè i tiri in porta di oggi? La partita parla da sola, non dobbiamo aggiungere nulla.

VERONA: Montipò 7; Magnani 6,5 (dal 64° Dawidowitz 6), Hien 7, Coppola 6,5; Depaoli 6, Tameze 7, Duda 7,5 (dall’86° Verdi s.v.), Doig 7 (dall’86° Faraoni s.v.); Ngonge 7 (dal 76° Lasagna s.v.), Lazovic 8; Gaich 7 (dal 64° Abildgaard 6). All. Zaffaroni-Bocchetti 6,5

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