Dopo cinquant’anni Salerno torna nell’Olimpo del calcio italiano. Il 10 maggio 1998 la Salernitana conquista la matematica promozione in Serie A, con cinque giornate d’anticipo, al termine di un pareggio a reti bianche con il Venezia all’Arechi. Il percorso che porta i granata in massima serie parte dalla vittoria dei playoff di Serie C1 al San Paolo di Napoli nel giugno 1994. Quel giorno, in pochi avrebbero pronosticato la Salernitana subito competitiva in Serie B, come accaduto nei due campionati cadetti successivi. Nell’estate 1997 il presidente Aliberti rinnova quella squadra acquistando, tra gli altri, i giovani Di Vaio e Franceschini, i fratelli Tedesco, Galeoto, l’esperto portiere Balli, oltre al ritorno di Ciro Ferrara. Gli unici reduci della Serie C sono Tosto, Breda e Ricchetti. La squadra viene affidata a Delio Rossi, di ritorno dal Pescara, accolto al Vestuti da moltissimi tifosi esultanti. È proprio la presenza di Rossi che induce i tifosi all’ottimismo per il campionato e alla corsa all’abbonamento.
Archiviata in fretta la Coppa Italia con l’eliminazione per mano del Bari, la Salernitana inizia a fare sul serio in campionato, dove il Verona e il Cagliari sono considerate le super favorite. Il gioco offensivo di Delio Rossi dà fin da subito i suoi frutti e la Salernitana riesce a sconfiggere il Verona per 2-0 all’Arechi alla prima giornata. Trascinata dalle reti di Di Vaio e Artistico, la Salernitana dà spettacolo in campo, soprattutto tra le mura amiche dove spesso e volentieri vince in goleada e festeggiata dalla ola del pubblico granata. In classifica, i ragazzi di Rossi sono secondi alle spalle del Venezia, ma imbattuti: a livello nazionale soltanto la Juventus e l’Inter non hanno ancora perso. Il big-match del Penzo del 14 dicembre segna il sorpasso in classifica. Una doppietta di Di Vaio e un gol di Greco lanciano i granata in vetta alla classifica.
L’invincibilità della Salernitana cade a Foggia, ma ciò non compromette il cammino dei granata. La favola della Salernitana conquista le prime pagine dei giornali nazionali, ma in città per scaramanzia non si pronuncia ancora la parola “promozione”. Anzi, dopo il 4-0 rifilato al Treviso i tifosi granata “festeggiano” la matematica salvezza. L’Arechi è un autentico fortino, espugnato soltanto dal Chievo nei minuti finali, dove cade anche il Cagliari dell’attuale tecnico granata Gian Piero Ventura: un gol di Tosto stende i sardi e porta la Salernitana a +17 sulla zona promozione. L’aritmetica può arrivare il 3 maggio al Ferraris di Genova in caso di pareggio contro i rossoblu. Il punto arriva, ma il Perugia fa altrettanto a Cagliari e rinvia la festa.
È il 10 maggio, giorno di Salernitana-Venezia: prima contro seconda. L’Arechi è strapieno, circa 40.000 spettatori presenti, ma c’è aria di tristezza a causa dell’alluvione che pochi giorni prima aveva colpito Sarno e altri comuni dell’Agro nocerino-sarnese. Prima del fischio d’inizio viene osservato un minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime. I primi dieci minuti di gioco trascorrono nel silenzio più assoluto. Sul rettangolo verde, Salernitana e Venezia si affrontano ad armi pari, ma senza correre grossi rischi. In fondo, un pareggio andrebbe bene anche ai lagunari. Il match resta bloccato per tutti i novanta minuti. Uno 0-0 che vale la promozione, proprio come accaduto qualche anno prima nel giorno dell’addio al Vestuti e alla Serie C con Di Bartolomei. È proprio all’ex capitano che la società di Aliberti dedica la tanto attesa promozione in Serie A. Al triplice fischio esplode la gioia dei calciatori e dei tifosi granata. Il consueto lenzuolo granata con una A nel mezzo viene fatto sfilare per il campo come tradizione di ogni promozione della Salernitana, mentre negli spogliatoi è battaglia di gavettoni tra calciatori e staff. Giustamente, la festa non prosegue fuori dallo stadio in segno di rispetto per le vittime dell’alluvione. La Salernitana chiuderà il campionato con il record di punti in classifica, 72, e il miglior attacco con 65 reti, di cui 21 realizzate da Marco Di Vaio, capocannoniere del torneo. L’estate 1998 trascorre con interminabili feste in tutti i quartieri della città e la processione delle statue dei calciatori, di Rossi e Aliberti per le strade di Salerno.
Di seguito il tabellino della partita tratto dal volume “Salernitana – La Storia” di Giuseppe Fasano:
Salerno, 10-5-1998, Stadio Arechi.
SALERNITANA-VENEZIA 0-0
SALERNITANA: Balli, Del Grosso, Fusco (85’ Ferrara), Franceschini, Tosto, Tedesco Gio., Breda, Tedesco Gia., Galeoto (46’ Fini), Artistico (76’ Ricchetti), Di Vaio. A disp. Ivan, Rachini, Greco, Kolousek. All. Rossi.
VENEZIA: Gregori, Brioschi, Pavan, Filippini, Ballarin (61’ Marangon), Bresciani, Miceli, Iachini, Pedone, Schwoch, Cossato (80’ Ginestra). A disp. Bandieri, Antonioli, Polesel, Zironelli, Cento. All. Novellino.
Arbitro: Sirotti di Forlì.
Note: osservato un minuto di raccoglimento per le vittime dell’alluvione; i primi dieci minuti sono stati giocati in un silenzio surreale.