di Giuseppe Barbato

Ilaria Alesso, inviata di Dazn a bordo campo, al termine del match ha intervistato i due allenatori, Davide Nicola e Vincenzo Italiano. Queste le loro dichiarazioni:

Nicola: abbiamo affrontato una Fiorentina con un patrimonio tecnico importante. Abbiamo cambiato giocoforza per distribuire le energie. Il primo tempo non è stato come volevamo, né come intensità né come attacco nello spazio. Dovevamo risalire il campo con un palleggio più veloce. Nel secondo tempo abbiamo giocato meglio. Bisogna accettare il risultato, la Salernitana ha cercato di essere competitiva ed è un peccato che non abbiamo conseguito un risultato che avrebbe fatto classifica e morale. Non mi attacco alle assenze in difese: noi abbiamo bisogno che altri giocatori partecipino al progetto, Daniliuc e Pirola stanno crescendo ed è giusto che facciano esperienza in stadi e partite così. Il valore tecnico della Fiorentina è da tenere conto, soprattutto in casa ha un’altra veemenza. Se avessimo fatto due tempi come il secondo l’avremmo messa più in difficoltà. Abbiamo bisogno di recuperare giocatori come Bohinen che era alla prima partita e l’anno scorso è stato molto importante. Nella sosta si cercherà di recuperare tutti e lavorare durante la sosta, abbiamo ancora una partita da giocare.

Italiano: dentro l’urlo a fine partita c’è la soddisfazione per aver superato un periodo difficile, dove non mi piaceva vedere i ragazzi a testa bassa. Oggi avevano voglia dal primo all’ultimo minuto di vincere. Ci tenevamo tanto ed è stata una prestazione di altissimo livello: abbiamo creato tanto e concesso poco. Penso che il lavoro che si fa di settimana è un lavoro di campo: tecnico, tattico e strategico. però poi quando si arriva la domenica serve quel furore necessario per battere gli avversari. Ci mancava quella cosa lì: l’abbiamo messa in Conference e in campionato, queste vittorie ci ripagano di tutto questo. Abbiamo cambiato, cercando di attaccare gli spazi dietro le linee difensive e non di giocare solo con il pallone tra i piedi, e i risultati ripagano di questo lavoro. I ragazzi stavano soffrendo il fatto che c’era la prestazione e non il risultato: ciò incrina la serenità del gruppo. Le esultanze sono la dimostrazione che si vuole andare avanti. Tra tre giorni andiamo a San Siro, bene questi tre punti e questa striscia ma dobbiamo chiudere nel migliore dei modi. Cento vittorie in carriera da allenatore è un bel traguardo, sono contento.

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