Di seguito la sintesi della conferenza stampa del direttore sportivo Morgan De Sanctis:
Parla De Sanctis: “Oggi ci vediamo per fare un bilancio della stagione passata. Il lavoro è stato importante, abbiamo raggiunto risultati notevoli e voglio chiarire tante situazioni. Durante il campionato non ho parlato molto, non sono intervenuto tante volte quanto necessario e in alcuni momenti avrei potuto creare schieramenti e divisioni. Invece ho scelto di restare in silenzio, volevo salvaguardare l’interesse della Salernitana. Ero certo che la squadra allestita avrebbe ottenuto i risultati auspicati e che tutto si sarebbe ricondotto ad una stagione soddisfacente. Ci siamo visti un anno fa qui e dissi che volevamo salvarci alla penultima giornata, è successo in anticipo ed è stata una gioia per tutti. Restare in silenzio non è stato esercizio complicato, la mia famiglia mi ha insegnato l’educazione. Il mio carattere e la mia provenienza hanno dato un contributo, si dice che gli abruzzesi siano forti e gentili e mi riconosco in questa descrizione. Sono sempre stato a disposizione, mi ritengo un uomo generoso. Farmi apprezzare dalle persone e dai tifosi è stato più complicato, così come da chi ha lavorato alacremente all’interno del club. E’ successo, in concomitanza con l’arrivo dei risultati, e quindi siamo soddisfatti e voglio condividere con tutti i tesserati della Salernitana la gioia della salvezza. Area tecnica, amministratore, presidente, tifosi, staff tecnico, staff medico, giornalisti. La stampa è stata compagna di viaggio per 12 mesi. Molte volte ho compreso l’onestà intellettuale delle vostre critiche, attingendo da lì come fonte di riflessione. Alcune volte ho apprezzato, altre volte mi sono chiesto il perchè di alcune letture che non corrispondevano alla realtà. Però questo fa parte di un percorso condiviso e io devo essere una persona responsabile, al pari di chi si rivolge ai tifosi. Però sono soddisfatto di come avete raccontato la Salernitana, ma…si può migliorare. Dipenderà anche da noi e stiamo lavorando affinché la Salernitana venga descritta per quello che è e per ciò che vorrà fare”.
Su Sousa: “E’ arrivato a febbraio e ha accettato nella negoziazione la nostra sfida. Stimolante per lui e per noi. Abbiamo accolto un profilo veramente importante. L’accordo contrattuale prevede un’opzione unilaterale, è stata esercitata ma abbiamo concesso al mister la possibilità di avere un piccolo spazio nel quale si prenderà legittimamente il diritto di decidere se continuare con noi. Vi garantisco che, rispetto al futuro della Salernitana, c’è allineamento e condivisione al 100%. Da parte mia e della proprietà c’è la convinzione che il progetto continuerà con Paulo Sousa”.
Iniziano le domande, c’è la possibilità anche per i tifosi di interagire da casa attraverso i social.
Bilancio positivo?
“Certo. Si può sempre migliorare, si deve migliorare e vogliamo ambire ad ottenere qualcosa in più. Tutti noi dobbiamo avere la consapevolezza che l’obiettivo resta salvarsi il più velocemente possibile. Poi ci sono tanti aspetti che rendono una salvezza più bella e diversa dalle altre”.
Iniziò la stagione come successore di Sabatini e un allenatore già a busta paga, con l’addio di Ederson e l’arrivo di tante scommesse. Poi è stato rinnegato l’allenatore del moriremo insieme. Quanto è cresciuto De Sanctis in un anno?
“Mi sento diverso da quando sono arrivato, mi sento il direttore della Salernitana più completo nelle informazioni a disposizione. Vivo la quotidianità proiettandomi al futuro. Stringevo la mano al presidente un anno fa, dal primo luglio del 2022 ho iniziato a lavorare come direttore sportivo della Salernitana raccogliendo un’eredità pesante. Capivo quanto Sabatini, mio direttore ai tempi della Roma, fosse entrato nel cuore di tutta la città, dei tifosi, dei calciatori. Ma non ho mai sofferto di sudditanza psicologica, anzi ero consapevole di mezzi e limiti. Quando dissi sì a Iervolino ero certo fossi la persona più adatta possibile a sostituire Sabatini. I miei sentimenti sono sempre stati positivi, l’entusiasmo del presidente era un’ulteriore spinta così come la sua volontà di investire. Ho voglia di rivivere con voi tutti i momenti della stagione appena trascorsa. Su Sabatini una cosa mi sento di dirla. Gli ho fatto sempre i complimenti per quello che rappresenta nel mondo del calcio, per la capacità di raccontarsi e di farsi conoscere con un mix di filosofia ed energia devo apprendere anche io. Aggiungo, però. Non so quanto tempo lavorerò per la Salernitana. Trent’anni o prima, chissà. Ma quando andrò via di certo non sarò così influente all’interno dell’ambiente Salernitana. Per carattere e per pensiero credo che sia doveroso, come forma di rispetto verso chi mi sostituirà, non condizionare opinioni e lavoro”.
Cosa può avere in meno la Salernitana rispetto ai club che hanno contattato un Paulo Sousa chiamato ad essere grato a chi lo ha rilanciato?
“Il mister non aveva avuto delle esperienze felicissime, soprattutto le ultime due. Anche a Bordeaux non era andata come tutti auspicavano. Accettò con entusiasmo e oggi sa benissimo di cosa stiamo parlando. Sa chi è Danilo Iervolino, chi è Maurizio Milan. Sa come lavora la direzione sportiva, è consapevole di quello che la Salernitana è ora e sarà in futuro. E’ vero che ci saranno scelte di mercato che potranno renderci più forte per restare a livello di quest’anno, ma è anche vero che all’inizio potremmo essere leggermente meno forti perchè faremo grossi investimenti sui giovani. Ma siamo sereni perchè li affideremo a un maestro. Noi siamo profondamente convinti che qui abbia tutto per imporsi e per arrivare ai livelli che merita. Noi non siamo un club che strozza le ambizioni dei giocatori e di chi lavora all’interno della società. La nostra filosofia è basata sulla responsabilità nei confronti della tifoseria, sulla libertà e sul rispetto dei contratti. Il mister, come detto, ha uno stretto periodo per prendere la sua decisione ma siamo sereni e Paulo Sousa resterà con noi. Ciascuno di noi ha bisogno di continuare a crescere”.
Quale sarà il futuro di Dia?
“E’ stato fatto un esercizio di corteggiamento enorme, ma il calciatore lo meritava. Siamo convinti di riscattare il giocatore, c’è stato questo piccolo problema fisico di cui abbiamo parlato nei comunicati ufficiali. Al 100% sarà a disposizione il 9 luglio in ritiro, quando ricominceremo la nuova stagione. Tutto il prossimo mercato sarà indirizzato a due cose fondamentali: rendere la Salernitana un progetto sostenibile e virtuoso. Spesso da parte vostra ho letto che vi siete preoccupati di parlare del bilancio, dei numeri. Ho letto i dati di questo biennio in A, la B era un mondo a parte. Nel 2021-22, nella gestione trust e poi Iervolino, sono stati investiti circa 30 milioni di euro tra prestiti, costi di cartellino e commissioni. Con monte ingaggio di 36 milioni di euro lordi. Nella seconda stagione il costo complessivo è di 41 milioni di euro dai quali, però, detrarre i 21 milioni di euro per la cessione di Ederson. E’ vero che sono cresciuti gli stipendi, il tetto ingaggi si aggira attorno ai 47 milioni di euro a cui aggiungere incentivi all’esodo e soldi utilizzati per fare 31 uscite. Ci tengo tanto che venissero rimarcati questi numeri, mi prendo il merito di questo lavoro enorme. 17 uscite a titolo definitivo, 3 risoluzioni di contratto e undici prestiti. Continueremo anche in futuro a ripulire la Salernitana, è un percorso necessario che non va sottovalutato. Nel giro di sei mesi siamo passati dal mantenimento della dignità sportiva alla voglia di essere ambiziosi e questo ha creato una disparità tra chi c’era prima e chi è arrivato dopo. E la pulizia tecnica è stata necessaria. Credo che in 12 o 24 mesi risolveremo tutto. Sono certo che porteremo questa società ad avere una autosostenibilità, è questo il futuro del calcio. Entro il 30 giugno saremo tra le poche ad investire per l’acquisizione di cartellini, non occorrono plusvalenze per salvare il bilancio. Ed è merito della proprietà, consapevole che per strutturarsi bisogna investire. Senza, però, dare nulla per scontato. L’acquisto di Dia e Pirola, assieme al rinnovo di Ochoa, non sono fatti secondari”.
La vecchia società ha lasciato in eredità un top come Coulibaly e un flop come Simy. Come vi comporterete?
“Il lavoro di Fabiani e di Sabatini hanno presupposti assoluti di positività, bisogna contestualizzare in che condizioni hanno dovuto lavorare. Hanno prodotto due risultati sportivi importantissimi, la Salernitana è stata promossa in A e quel mercato estivo è stato condotto in difficoltà enormi. Poi, a gennaio, Sabatini doveva convincere in pochissimo tempo tutti i profili che sono arrivati, da ultimi in classifica e quasi spacciati. Io ho riconoscenza per i miei due predecessori, hanno fatto un ottimo lavoro. Ci sono calciatori che non rientrano minimamente nei progetti della Salernitana, non entrerò nel dettaglio ma è facile immaginare quali siano questi giocatori. Tanti sono stati già esclusi l’anno scorso e accadrà anche quest’anno. Noi vogliamo trovare soluzioni, mi aspetto che 12 mesi dopo le controparti siano più collaborative. Viceversa abbiamo deciso che useremo il pugno duro. Io sono stato sindacalista per 12 anni, per 4 anni ero vicepresidente dell’AIC dietro Damiano Tommasi. I diritti sono sacrosanti, ma anche i doveri. La sproporzione è enorme. Non saremo teneri con chi parlerà di diritti senza tener conto dei doveri e del loro rendimento sul campo. Non accadrà tutto e subito, il mercato chiude il 31 agosto. Ma lì dobbiamo recuperare risorse per non intaccare il valore della rosa e dei giocatori più importanti. La permanenza dei giocatori migliori, richiesti eventualmente da società importanti, ci porterà a fare valutazioni. L’operazione Ederson oggi ci deve rendere tranquilli, perchè ad uscita corrisponderà entrata. Faccio l’esempio di Vlihena. Non sempre ha performato come voleva, ma ha fatto 4 gol e 4 assist. Ma la sua stagione è stata importante, non è stato inferiore all’Ederson visto nell’Atalanta”.
L’Inter potrebbe esercitare il contro-riscatto per Pirola?
“Oggi sono impegnati su altri fronti. Ma mi sorprenderei”.
Quale sarà il budget?
“Noi vogliamo abbassare i costi, non è questo il tipo di calcio che vuole fare il presidente e non dobbiamo approfittare delle sue disponibilità economiche. Iervolino ci ha chiesto investimenti meno influenti rispetto all’obiettivo del mantenimento della categoria. Vogliamo un saldo positivo tra cessioni e acquisti. Non dobbiamo approfittare dei nostri privilegi e non vogliamo mettere spalle al muro il proprietario. Nei prossimi mesi di mercato faremo in modo di arrivare al 2 settembre con soddisfazione, cedendo chi non rientra nei piani e chi vuole andare via. Aggiungo anche che, in Italia, è difficile avere rapporti di collaborazione sul mercato con altre società fatta eccezione delle big. Lì entra in gioco il discorso della competizione. Il mercato domestico è complicatissimo e attingeremo da quello estero. Siamo giovani e abbiamo la fortuna di girare tanto, l’occhio umano e l’esperienza possono fare la differenza. L’allenatore ci ha indicato le caratteristiche di cui ha bisogno”.
Riscatterete anche qualche altro giocatore?
“Una volta sistemate le situazioni di Dia e Pirola valuteremo tutte le altre questioni, senza escludere nulla. Io voglio ringraziare tutti, avete visto l’esultanza di Troost Ekong quando ha segnato contro l’Udinese. Mi avevano tutti parlato di un ragazzo professionale e di una gran persona. Ma molto dipenderà dalle uscite”.
Quanto conterà rinforzare il settore giovanile?
“Sotto questo aspetto bisogna dire che Iervolino non ha trovato nulla, ma è legittimo che i miei predecessori si siano concentrati, e bene, sulla prima squadra. Conquistare una promozione e una salvezza certifica la bontà del lavoro svolto. Quanto all’attualità, non siamo soddisfatti che la Primavera abbia chiuso all’ultimo posto. Probabilmente avremo una seconda opportunità tramite ripescaggio, sappiamo che non possiamo essere competitivi da subito e a me non interessa costruire un Instant Team che costa tanto e non garantisce un futuro. A me interessa sviluppare l’attività di base e sfruttare le risorse del territorio lavorando anche con le società dilettantistiche. Mi prendo le mie responsabilità, ma non ho avuto forza, energie e tempo per stare vicino al settore giovanile. E questo tempo non lo avrò nemmeno a breve termine. A mister Colantuono è stato dato un compito difficile e non è scontato riciclarsi rapidamente in un nuovo ruolo e con una efficienza da subito soddisfacente. Allora ci prendiamo ancora del tempo per ragionare. Sono state fatte cose buone, ma anche degli errori. Affronterò il discorso a breve scadenza con Iervolino e Milan. Continueremo con Colantuono, nelle categorie inferiori abbiamo visto situazioni positive. Guai ad essere profondamente critici, ma dobbiamo migliorare tanto. Forse inseriremo figure nuove che possono aiutarlo”.
Mazzocchi resta?
“Tante volte mi hanno addossato la colpa di voler mandare via Mazzocchi. Ho fatto buon viso a cattivo gioco, preferendo tacere sull’argomento. Nella mia testa non è mai stato fuori dalla Salernitana e nessuno ha mai fatto una offerta concreta per acquistarlo. Chiacchiere e speculazioni giornalistiche. E’ arrivato a gennaio 2022, firma un contratto con scadenza 2025 e il sottoscritto, già sei mesi dopo, ha proposto un adeguamento di contratto riconoscendogli l’importanza del lavoro svolto in precedenza. Gli proponevo il 40% in più di quanto percepiva. Il calciatore ha fatto ulteriori richieste, legittime. E Iervolino in prima persona lo ha accontentato, parliamo del 70% in più. Prima io e poi la proprietà abbiamo fatto grandi sforzi per trattenere il capitano della Salernitana. Ad oggi abbiamo esattamente la stessa idea e, ad oggi, non ci sono offerte concrete. So che è esercizio si fa su Mazzocchi. A volte onesto, a volte disonesto. Vale il discorso fatto per gli altri. Non strozziamo nessuno. Davanti a cose reali siamo pronti a negoziare qualunque tipo di accordo, ma non ci faremo mettere pressione addosso per l’ennesima volta. Da nessuno! C’è allineamento tra me, presidente, amministratore delegato e staff tecnico. Chi guida questa società deve rappresentare al meglio i tifosi e occorre onestà intellettuale da parte dei giornalisti e dei giocatori. Il post su Instagram? Parlate con lui. E’ un ragazzo meraviglioso, è arrivato in Nazionale. Quando ero calciatore pensavo soltanto ai doveri, non ai diritti. La felicità dei calciatori dura 5 partite. Se partono bene vogliono rinnovo, adeguamento o cessione e cominciano a mettere pressione. Se ne sbagliano cinque nessuno dice niente, la colpa è sempre dell’erba, della pizza che non era buona o dell’allenatore. Non possiamo discutere quotidianamente dei mal di pancia di tutti i nostri tesserati. Ma state certi che questa società non accetterà più pressioni di alcun genere. Occorre concretezza, oppure si allineino nel rispetto del club e dei tifosi. Non si transige su questo”.
C’è qualche giovane dell’under20 che potrebbe giocare a Salerno?
“Qualcuno lo stiamo seguendo. Abbiamo conoscenza approfondita di tanti calciatori. E non solo italiani. Siamo stati in Africa a febbraio, in Colombia a gennaio”.
Momento più bello e più brutto della stagione?
“Come dimenticare la sconfitta di Bergamo! Una pagina brutta, la peggiore della storia granata in serie A. Ma quella gara ha introdotto dentro tutti noi il senso di responsabilità e la voglia di rivalsa. Non potevamo essere quelli. E la vittoria con l’Atalanta a ritorno è invece il momento più bello. Abbiamo avuto lì la certezza di salvarci, giocando una grande gara e vincendola come tutti ricordate. Aggiungerei, tra le cose brutte, la scelta della società di andare in ritiro in Turchia. Non c’è niente di polemico, sia chiaro. Non dovevamo andare lì, non era una scelta adeguata. L’unico tesserato della Salernitana che aveva conosciuto quei luoghi era il sottoscritto, con Udinese e Galatasaray. Non avremmo guadagnato nulla dal punto di vista del lavoro e della crescita, tra l’altro il presidente ha dovuto spendere tanti soldi. Il rendimento post sosta non c’entra con la Turchia, ma ricordo che non mi sono sentito bene. Temevo che la situazione mi stesse sfuggendo di mano, fu necessario parlare con la proprietà”.
Tra i calciatori bocciati o scontenti c’è anche Federico Bonazzoli e come mai non è stato mai preso in considerazione?
“Io devo essere onesto intellettualmente. Per me è un giocatore da Champions League, per caratteristiche fisiche e tecniche. Ma non è effettivamente riuscito a ritagliarsi uno spazio da protagonista come avrebbe potuto e dovuto. Qualcosa evidentemente manca. E’ forse la prima volta che resta per due stagioni consecutive nello stesso club. Sia mister Nicola, sia Paulo Sousa hanno usato tutti i mezzi necessari per stimolarlo, alternando bastone e carota. Anche il sottoscritto è sceso in campo in prima persona. Ci assumiamo le nostre responsabilità, ma al 51% sono sue e gliel’ho detto in tempi recenti. Non deve pensare a ciò che la Salernitana può fare per te. E’ arrivato il tempo di guardare dentro sè stesso, ha 26 anni. Non sappiamo se resterà a Salerno o andrà altrove”.
Può chiarire meglio la questione allenatori?
“Nel contratto di mister Nicola c’è clausola di risoluzione con scadenza metà aprile. Questa opzione da parte della società è stata esercitata, dal primo luglio sarà libero. Quanto a Sousa, è strettissima la finestra nella quale potrebbe accettare una nuova sfida. Contiamo possa arrivare quanto prima l’ufficialità di Sousa, speriamo prima del 23. Non stiamo vivendo con ansia questa situazione, siamo sicuri che non rinuncerà così facilmente alla Salernitana”.
Cosa si è rotto con Nicola?
“Il momento più difficile tra noi è stato all’inizio della stagione. Lui giustamente voleva da subito una rosa pronta e completa, invece si ritrovò senza Ederson che era stato uno dei protagonisti principali della salvezza. Lo capisco, ripeto. Ma aggiungo. Non è che non volevo farlo, ma per i giocatori che poi sono arrivati occorrevano pazienza e tempo. Alla lunga, però, abbiamo soddisfatto le sue esigenze tattiche operando in funzione del 3-5-2. E’ vero che inizialmente ci sono stati risultati positivi, ma poi la squadra si è persa. Non siamo mai stati con l’acqua alla gola soprattutto per demeriti di Sampdoria e Cremonese. Poi però perdi a Verona e devi assumerti delle responsabilità. A volte non sono riuscito ad essere empatico con l’allenatore, nella gestione delle cose esterne al campo c’era una visione diversa. Ma il mio ringraziamento è sincero, metà dei punti li ha conquistati lui. Gli ho sempre detto cosa, a mio avviso, non funzionava. Per me contano i risultati, ma anche le prestazioni mi preoccupavano. Con Sousa è emerso il valore della rosa, credo che questo sia un dato di fatto”.
Quale sarà il futuro di Fazio?
“Per sè stesso e per noi deve arrivare al top il 9 luglio. Dopo la gara con la Juventus è iniziato un calvario dal quale non è ancora uscito. La distorsione alla caviglia gli ha procurato altri stop e altri infortuni. Deve investire la sua estate su sè stesso. Sta lavorando, lo sta facendo, sta seguendo un programma. Il 9 luglio deve essere disponibile al 100%, da lì tornerà ad essere un calciatore importante. E’ un leader, ha esperienza, non c’è dubbio”.
Maggiore ha deluso?
“Gli riconosco alibi concreti. E’ arrivato in un progetto di 3-5-2 come mezz’ala ma ha dovuto sostituire Bohinen in un ruolo differente. Ha subito tanti infortuni, poi è arrivato Sousa ed è stato provato come trequartista e come centrocampista. Nell’ambito di un progetto tecnico-tattico abbiamo deciso di non rinunciare a lui perchè è un professionista esemplare. Ma potremmo immaginare una soluzione diversa con i suoi procuratori, a patto che i vari interessi porteranno la soddisfazione della Salernitana. Prestito? Vedremo”.
Vuole togliersi qualche sassolino dalle scarpe?
“E’ vero, durante la stagione ho ricevuto critiche di ogni genere. In alcuni casi mi sono infastidito parecchio, mi hanno descritto male come uomo e come persona. Hanno mancato di rispetto a mia madre, a mio padre, ai miei fratelli, a mia moglie. Una roba del genere non ti ferisce, parliamo di falsità, ma chi è al mio fianco mi chiedeva: “Ma perchè ti trattano così?”. Chi mi conosce profondamente e chi mi vuole bene sa che non ho una capacità naturale di essere simpatico e di farmi amare, sono una persona seria e riservata che nell’intimità cambia. Ma far passare una immagine così negativa non mi sta bene. Qualcuno mi ha dipinto come dirigente antipatico, scostumato. E non va bene. Avevo pensato fosse necessario ricordare la mia carriera da calciatore, poi ho preferito proseguire sulla strada del silenzio. Ma vi faccio una domanda: chi è che a 45 anni, in questa veste, ha la mia esperienza e il mio curriculum da giocatore? Parlo 4 lingue, sto nel calcio da una vita. Chi è che è in grado di leggere un bilancio? Non voglio andare oltre perchè risulterei presuntuoso e questo non servirebbe a niente. Il mio presidente ha capito che io avessi queste qualità, arrivai nel suo ufficio a mezzogiorno e andai via la sera da direttore sportivo della Salernitana. E, vi giuro, ancora non so chi gli ha fatto il mio nome. Ho spesso avuto la tentazione di togliermi questi famosi sassolini, ma non darei la giusta rappresentazione di me stesso. Il percorso continueremo a farlo insieme e sono convinto che, alla fine, il tempo sia galantuomo e saranno i risultati a determinare tutto. Presto sono certo che saprete apprezzarmi come uomo e non solo come direttore sportivo”.
Dopo il primo esonero di Nicola era stato scelto Semplici?
“Dopo Bergamo, prima del reintegro indotto da lui, non avevamo il sostituto pronto. Da un lato può sembrare un nostro errore, ma vi posso assicurare che non ho mai contattato nessun allenatore prima della sconfitta con l’Atalanta. Sarebbe stata una forma di infedeltà profonda, sfido chiunque ad affermare il contrario. In quelle 48 ore abbiamo sondato diversi profili e Semplici era tra questi. Io dico grazie a tutti, erano consapevoli del momento che stava vivendo la Salernitana e si erano messi a disposizione. Iervolino ha vissuto la sofferenza di mandar via un allenatore a cui tutti erano legati. Poi Nicola lo contattò e gli disse che poteva ancora cambiare il suo destino, voleva fortemente invertire la rotta anche nel rapporto con i giocatori. Il casting è stato bello corposo ed importante e questo ci è tornato utile successivamente. Pensammo da subito a Sousa”.
Le dà fastidio che il ritiro si debba suddividere in due fasi per i rapporti tra tifosi della Salernitana e del Napoli?
“So che c’era la preoccupazione istituzionale di tutelare l’ordine pubblico, ma a mio avviso è stata persa una opportunità. Il ritiro è anche motivo per le famiglie di stare insieme. Va bene così, andiamo avanti. Ringrazio il presidente del Frosinone Stirpe, il direttore Angelozzi e tutta la società che ci consentirà di lavorare a Fiuggi. Vogliamo che i tifosi siano al nostro fianco, stiamo creando le condizioni. A breve vi comunicheremo le cinque avversarie che affronteremo in amichevole. Anche contro squadre importanti”.
Quale sarà il futuro di Ochoa?
“Eserciteremo l’opzione, ma non siamo una società che strozza i nostri tesserati. L’accordo è annuale. Memo è un giocatore troppo intelligente e professionale, è un campione di quelli che non esistono più. Viverlo tutti i giorni è stata una soddisfazione enorme. Vorrei fare una considerazione su Sepe. Fino all’infortunio era stato uno dei giocatori più positivi della Salernitana, poi si è fatto male e ho reagito da direttore sportivo che deve tutelare l’interesse della Salernitana. Sono stato assalito dall’ansia di sostituire il portiere titolare, occorreva qualcosa in più in quel reparto. Eravamo stati chiari con entrambi: Memo avrebbe sostituito Gigi fino al suo rientro, poi si sarebbe creata una sana competizione. Da ex portiere non credo in questo concetto che ho appena espresso, ma le scelte spettano sempre all’area tecnica. Sono sicuro che per Sepe arriveranno proposte importanti, non dobbiamo e non possiamo avere due titolari tra i pali”.
Che voto dà a sè stesso?
“Chi si dà un voto è un folle. Non mi autoincenso, mi metterebbe in imbarazzo questa cosa. Mi preoccupo di ricalibrare il tutto proiettandoci al futuro. Ribadisco: l’obiettivo è la salvezza, magari in anticipo. Occorreranno gioco e coraggio. A me farebbe piacere venisse riaperta la curva Nord. Vedere quella parte di stadio vuota era davvero brutto. So che l’amministratore delegato Milan sta pensando a qualcosa di interessante in vista della campagna abbonamenti. Se ci salveremo per tanto tempo ancora siamo destinati a crescere, la base di 25mila persone non va sottovalutata. Qui si vive benissimo, è uno dei territorio più belli d’Italia e c’è un presidente che vuole investire in infrastrutture. Ambiziosi ok, ma piedi per terra. La salvezza può essere speciale”.
Quale sarà il futuro di Ribery?
“Franck è stato veramente generoso. Un grande uomo. Qualcuno dirà: “Ma non ne aveva bisogno”. Ma io valuto l’uomo. Mi vengono i brividi quando parlo di lui. Il suo atteggiamento ha determinato la riconoscenza di una società che gli ha detto che può scegliersi liberamente il suo ruolo. La sua idea è quella di fare l’allenatore. Inizierà il corso di base, durante l’estate prenderà patentini a Coverciano e farà parte dello staff tecnico pur avendo firmato un contratto da dirigente. Quando otterrà la prima licenza da allenatore continuerà a stare con noi. Per i suoi comportamenti, per quello che ha fatto nel calcio e nella Salernitana ha piena autorità per restare con noi. Al 100%”.
Cosa è successo con Verdi?
“Come dopo la Turchia ho fatto esercizio di silenzio, al netto dell’agghiacciante intervista del procuratore. Ripeto due volte: agghiacciante, agghiacciante! Il giocatore è forte ma, a mio avviso, in quel momento lì non serviva alla Salernitana perchè già disponevamo di gente con le medesime caratteristiche. Nell’ultimo giorno di mercato è stato il presidente, per generosità e per voglia di accontentare la tifoseria, pressato anche da Torino e Verona, a chiedermi di negoziare il suo ritorno. Parliamo delle ultime tre ore di calciomercato. Io e Nicola, però, ritenevamo che non fosse lui a poter completare la rosa. Non sono stato io ad essere incapace ad inviare email. Il Torino era a Torino, il giocatore era a Bologna e, passando da Verona, doveva mettere a posto tante cose. Siamo arrivati fuori tempo massimo e la Lega, pur prendendo atto delle motivazioni dello studio legale, non ha accettato il tesseramento. Guai a disconoscere il valore di Verdi, ma non ci serviva. Stop. Tutte le altre ricostruzioni sono fantasiose e…agghiaccianti!”.
De Sanctis chiude parlando di Radovanovic: “Sono padre e marito. Mi sento di scusarmi pubblicamente con la sua famiglia se ho arrecato qualche disagio. Ma io devo rivendicare il ruolo che ho. So che quella decisione era necessaria, l’ho fatto per l’interesse della Salernitana. Io voglio gente che stia qui con piena soddisfazione sposando la politica dell’allineamento di cui parlavo prima. Ma rinnovo le scuse alla moglie e ai figli di Radovanovic per averli costretti a lasciare Salerno”.