Domani si gioca Roma-Salernitana. Punto. Potrebbe non interessare alcun commento a latere di una gara che rappresenta l’ennesima prova del nove per i ragazzi di mister Nicola. Eppure un breve “cappello” a questa sfida occorre metterlo. Proprio per rispetto di chi andrà in campo, chi occuperà le gradinate dell’Olimpico e per i tanti che saranno incollati alle tv a Salerno. Non si sono ancora placate le polemiche in città rispetto al becero attacco mediatico sui social mosso nei confronti del direttore sportivo Walter Sabatini, “reo” di chissà quali nefandezze sportive (curioso, decisamente curioso che siano le stesse voci stonate che restavano però silenti di fronte allo scempio etico cui i tifosi della Salernitana erano obbligati ad assistere nelle passate stagioni). Il dirigente granata – avendo spalle larghe e nessun bisogno di difensori d’ufficio – ha risposto pan per focaccia sui social alle accuse piovutegli addosso, parlando di “cialtroni senza identità”. E tali sono e resteranno anche per il futuro. Lo sanno bene quelli di Salerno, quelli di sempre, quelli che non lasceranno mai sola la Salernitana. Guarda caso proprio in un momento così delicato della stagione, dove ogni briciolo di energia andrebbe convogliato verso l’obiettivo salvezza, quelle voci stonate – che anni addietro invocavano l’unità dell’ambiente per superare le criticità – oggi fomentano odio e zizzania nei confronti di chi ha provato, pur con limiti ed errori, a raddrizzare il timone di una barca in balia delle onde. La storia farà il suo corso e “seppellirà” con una grossa e grassa risata queste “interferenze”, relegandole a ruolo di semplici comparse nella ormai ultracentenaria vita della “Bersagliera”. Ma torniamo a Roma. Gara difficile, quasi impossibile. Ma è per questo che oltre 4mila salernitani invaderanno la capitale, inseguendo un sogno proibito e pronti a cantare “Ricordati di me…” nello stadio che fu di Agostino Di Bartolomei. Già, a proposito. Semplicemente, guidaci ancora Ago!