di Vanni Vignes

Quello appena iniziato è un campionato anomalo, non solo per la questione Covid. Lo è per una serie di motivazioni, legate essenzialmente alle modalità gestionali adottate dal duo Lotito-Mezzaroma in questi ormai quasi 10 anni di permanenza a Salerno. Già perchè a giugno del 2021 saranno esattamente due lustri dal loro arrivo in città e da quella presentazione in pompa magna presso il Salone dei Marmi di Palazzo di Città. Da quel giorno è iniziata – nei confronti di Lotito – una strisciante ma sempre più cospicua contestazione da parte di quella fetta di tifoseria (oggi possiamo parlare presumibilmente della quasi totalità) che non ha mai accettato di essere una sorta di squadra B o della succursale di altra società. Il problema è che fin dal suo arrivo a Salerno – nonostante gli ottimi risultati raggiunti con il ritorno in B dopo 4 anni – la multiproprietà era già un problema. Oggi ancor di più. Ecco perchè la Salernitana vive – al netto delle restrizioni Covid – una delle fasi di maggior distacco da parte del suo popolo. I tifosi hanno smesso di “appassionarsi” proprio per la gestione del duo romano, accusati dagli ultras di non avere alcun rispetto per la storia e la maglia della Salernitana. Oggi ancor di più per come è stata costruita una squadra, affidata ad un tecnico “mai presentato ufficialmente” cui di certo non è stato chiesto alcun campionato di vertice. Oggi ancor di più perchè è stato effettuato un mercato acquisti e cessioni senza alcuna velleità particolare, portando in granata quello che era possibile portare all’insegna del risparmio massimo. Insomma una stagione nata senza entusiasmi, che si sta svolgendo nel silenzio più totale della società e della stessa piazza. In pratica il deserto della passione.

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