di Giuseppe Barbato

Il secondo acquisto della Salernitana 2023-2024 è Agustín Martegani: il calciatore argentino, classe 2000, arriva dal San Lorenzo e giunge nella squadra più vicina, per affinità di pubblico, al Ciclón. Rappresenta un profilo giovane, un altro in una rosa che deve guardare oltre l’immediato presente. Martegani fa il salto in Europa dopo anni in cui si è fatto valere nel campionato argentino. Per conoscere meglio le sue qualità abbiamo chiesto un’intervista a Federico Raso. Federico è giornalista per diverse testate nazionali, redattore del podcast ‘Spremuta di Enganche’ ed è un grande esperto di calcio sudamericano. In chiusura gli abbiamo rivolto una domanda su Facundo Gonzales: l’uruguayo resta sempre un obiettivo granata e continua a essere oggetto di discussione con la Juventus, con cui ieri ha sostenuto le visite mediche.

Ciao Federico, intanto grazie per aver accettato la nostra proposta. La prima cosa che ti chiedo è un profilo tecnico-tattico di Martegani. Che giocatore è? Dove può inserirsi nello scacchiere di Paulo Sousa?

Agustin Martegani è un centrocampista creativo, un giocatore che ha come principali doti una gran proprietà tecnica, la capacità di conservare palla, verticalizzare e scambiare nello stretto coi compagni. Nel corso degli anni al San Lorenzo - il club in cui ha debuttato nel 2019 e in cui ha giocato ininterrottamente fino ad oggi - si è ritrovato a coprire posizioni diverse: nella prima metà del 2022, il suo momento di maggior centralità nel club, è stato utilizzato di frequente in un centrocampo a due, con compiti di costruzione, forse più per la necessità della squadra di avere un giocatore abile a smistare a cui affidare l’uscita, che per propria inclinazione. Talvolta, ha giocato anche da esterno di centrocampo. Credo che il ruolo più adatto alle sue caratteristiche sia quello di trequartista, oppure mezzala di possesso, anche se il tema principale per sfruttarlo al meglio delle sue possibilità, a prescindere dalla posizione, sia concedergli libertà.

Non è un calciatore da sistema rigido, ha bisogno di muoversi liberamente palla al piede, costruire uno-due e scambi a tutto campo con i compagni (lui stesso non è un giocatore statico e quando necessario si muove e attacca lo spazio): dovendo tenere una posizione rigida, verrebbe limitato troppo. Ne è una testimonianza il fatto che, dall’arrivo di Rubén Dario Insua sulla panchina del Cuervo, che ha ridato continuità al club con un 3–4–3 più compatto, Martegani ha lasciato spazio a una coppia di giocatori più affidabili senza palla e si è trasformato in una sorta di arma tattica da utilizzare prevalentemente a partita in corso (anche se credo non sia inadatto a prescindere a una squadra aggressiva nel recupero palla). Inoltre, un ulteriore motivo per cui varrebbe la pena tenerlo non troppo lontano dalla porta è il suo sinistro dalla distanza, potente e preciso.

Nelle ultime settimane tanti giocatori argentini sono stati al centro del mercato per le squadre italiane. Come mai questa ondata di ritorno? Cosa esprime il campionato in questo momento storico?

Credo che il campionato argentino sia uno dei migliori contesti in grado di offrire un continuo rifornimento di talento rimanendo comunque in fasce di prezzo abbordabili: un buon lavoro di scouting, viste le condizioni economiche generalmente difficili in cui purtroppo versano quasi tutti i club (come d’altra parte l’intera nazione), può portare le squadre europee a fare enormi affari. Basti pensare che Enzo Fernandez si era trasferito al Benfica per meno di venti milioni di euro, Julian Alvarez e Lautaro Martinez se ne sono andati da River e Racing per cifre tra i venti e venticinque milioni circa, e anche Lucas Beltran, l’attaccante più forte del campionato, sembra stia per lasciare l’Argentina per una somma simile: il prezzo dei giovani top per il momento non è ancora schizzato alle stelle.

In Brasile, ad esempio, è molto più difficile comprare, anzi, spesso sono gli stessi club brasiliani, messicani e statunitensi a sfruttare il mercato argentino, acquistado alcuni dei giocatori più interessanti. Per quanto riguarda il campionato in sé, offre sempre spunti interessanti dal punto di vista tattico: ad oggi il River Plate di Demichelis, che ha appena vinto il campionato raccogliendo l’eredità di Marcelo Gallardo, è la squadra più interessante per proposta insieme all’Argentinos Jrs di Gabi Milito.

La domanda principale che il tifoso si pone è se Martegani arriva pronto al salto in Europa, a misurarsi col calcio italiano. È il momento giusto? Quali difficoltà può trovare sul suo cammino?

Credo dipenda molto dal sistema di gioco che troverà ad accoglierlo. Come accennavo prima, se Paulo Sousa lo inserirà in una manovra offensiva non troppo rigida, con licenza di portare palla in conduzione, rifinire grazie alle sue buonissime doti da passatore e sviluppare continue connessioni con i compagni, troverà nel suo talento una fonte di gioco fuori dal comune, altrimenti rischierà di limitarlo. In Argentina il suo talento sopra media gli ha permesso di fare bella figura anche in situazioni tattiche non perfettamente congeniali, in Italia il salto di livello potrebbe essere più difficoltoso, se non avverrà nelle migliori condizioni.

Negli anni trascorsi al San Lorenzo si è guadagnato una reputazione di giocatore di enorme potenziale e qualità, ma allo stesso tempo dà l’impressione di non essere ancora esploso sul serio, forse limitato - come detto - dalle contingenze tattiche della squadra. Per forza di cose, questo comporta delle incognite, ma dà anche l’assist alla Salernitana per poterci scommettere: se in questo momento fosse un giocatore irrinunciabile del San Lorenzo (club da cui è sul piede di partenza da diversi mesi), difficilmente sarebbe andato via per poco più di quattro milioni di euro.

Si sta parlando molto di Facundo Gonzales, il difensore uruguayo viene da un grande mondiale Under 20 ed è sotto la lente di tante squadre. Può integrarsi nel sistema di Sousa che prevede dei compiti molto precisi per i difensori che devono gestire tanto la sfera, anche sotto pressione, e avere grandi doti nell’anticipo?

Sì, lo trovo un profilo molto congeniale. Nell’Uruguay U-20, durante il Mondiale e il Sudamericano di categoria in cui è arrivato secondo alle spalle del Brasile, ha messo in mostra una grande propensione a giocare palloni anche complicati in verticale con il suo mancino preciso. Si tratta di un centrale di difesa abile nell’anticipo, nel duello aereo e di fisico, ma non particolarmente veloce: potrebbe faticare un po’ nei recuperi in campo aperto, tuttavia ha dimostrato una certa intelligenza nelle letture e nel posizionamento che potenzialmente lo rende adatto a fare bene anche in sistemi difensivi diversi, con baricentri più bassi.

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