Niente smancerie. Niente candeline sulla torta al cioccolato. Forse un brindisi, al riparo da tutto e tutti, insieme alla Tua famiglia. Così sarebbe trascorso oggi il tuo 65° compleanno, immerso – come Tuo solito – nel garbo di un’esistenza votata alla discrezione in ogni piccolo gesto. L’unico “rumore” forte di questo giorno sarebbe stato però l’abbraccio dei tanti tifosi granata che Ti hanno eletto “capitano per sempre”. Scusa Agostino se mi permetto di darTi del Tu, ma viene spontaneo a noi di Salerno, a noi che serbiamo nel cuore e nella memoria la Tua figura di atleta e uomo. Fuori dal comune, fuori da ogni stereotipo. Nel momento più difficile per la vita del Paese dalla seconda guerra mondiale ad oggi, Salerno si è risvegliata questa mattina con un dolce ricordo. Quello di Agostino Di Bartolomei, ragazzo della periferia di Roma, diventato calciatore e idolo per centinaia di migliaia di tifosi in giro per l’Italia. Roma, Milan, Cesena ed infine Salernitana, la carriera di “Ago” è stata piena di momenti di gloria (lo scudetto 82-83 con la fascia di capitano al braccio sulla casacca giallorossa della Roma e la promozione in B – sempre da capitano – con la maglia della Salernitana) ma anche di enorme delusione. Quella più amara – la finale di Coppa dei Campioni persa a Roma contro il Liverpool il 30 maggio 1984 – divenne per Agostino quasi un incubo. Per noi salernitani, che avevamo riposto in Te i sogni di un calcio d’altri tempi, dove la dignità e l’essere uomini venivano prima di ogni altro interesse, tu sei e sarai per sempre “Ago”, il capitano che “tirava le bombe”, che guidava il centrocampo con la sua geometria essenziale, che riscaldava il cuore dei compagni quando c’era da stringere i denti. Per noi il tempo si è fermato al 30 maggio 1994, esattamente 10 anni dopo quella maledetta finale persa allo stadio Olimpico ai rigori. Tu, ovviamente, sul dischetto ci andasti. Con il coraggio di chi non molla mai, di chi difende la sua maglia fino alla fine. Come uno spartano alle Termopili contro le orde di Serse. Non sappiamo nulla di quegli istanti che Ti hanno visto ancora tra noi, che Ti hanno portato a prendere la pistola tra le mani. Nessun giudizio. Nessun commento. Per noi Tu ci sei sempre. Accanto al nostro sogno bambino di soffrire per i colori granata. Ci hai insegnato ad essere impeccabili dentro e fuori dal campo. Ecco perchè oggi scriviamo tutti idealmente sullo striscione: “Semplicemente… guidaci ancora Ago”.

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