Sarà che più passa il tempo e maggiore risulta l’indifferenza rispetto alla piccola mole di chiacchiere che si genera attorno alla prestazione della Salernitana quando questa non vede un risultato positivo. Si badi, chiacchiere unicamente mosse dall’ego smisurato di chi, sprovvisto di patentino di allenatore, di conoscenze di marketing, di calciomercato e delle basi minime della comunicazione, vorrebbe pontificare a destra e a manca, sorretto dal vento prodotto da un moscerino. Chissà dove si trovavano questi soggetti quando – negli anni addietro – si veniva umiliati nei campi di tutta Italia avendo in campo autentiche “bande di musica” dirette da orchestranti da sagra della porchetta. Chissà? Forse erano intenti a celebrare le lodi per alcuni personaggi piombati a Salerno con l’unico obiettivo di “usare” la Salernitana come merce di scambio per i propri interessi.

Grazie a Dio, la storia procede senza sosta e senza guardare in faccia a nessuno, seppellendo sotto strati di sana dimenticanza, quanti non meritano di essere annoverati nella ultracentenaria vita della Bersagliera. Grazie a Dio, la storia ci consegna – al termine del 13° turno di campionato – un nono posto che fa epoca, oltre a far venire i brividi. Sono gli uomini, i fatti e i numeri a incorniciare il presente. E questi elementi ci dicono che la Salernitana non è mai stata così in alto nella sua storia, a ridosso delle sette sorelle, quasi annusando il profumo dell’Europa.

Ma a noi, sinceramente, interessa soprattutto chi abbiamo alle nostra spalle e gli 11 punti sopra la zona retrocessione. Tesoro da mantenere ben saldo tra le mani, che i sogni – quelli belli – ce li possiamo consentire quando riposiamo. Avanti a testa bassa, dunque, macinando chilometri insieme alla Salernitana ed a questo manipolo di professionisti che sta regalando ai tifosi salernitani momenti unici.

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