di Vanni Vignes
A volte si torna anche sui propri passi. La Salernitana ed il suo pubblico. Binomio impastato col cemento. Legame ancestrale. Un cordone ombelicale che mantiene legati a vita la casacca granata ed i suoi ultras. Sempre e comunque. Ovunque e in ogni categoria. Lo sanno bene gli ultras, che ci hanno sempre messo la faccia e la firma, anche nelle contestazioni dure, durissime contro presidenti e società che si sono succedute in questi 102 anni di storia.
Oggi Salernitana-Empoli è come una finalissima. E come tale meriterebbe cornice idonea, di colore e calore. Ma gli stadi sono ancora chiusi e durante la gara si sentono solo le voci degli atleti, i rimproveri degli allenatori e qualche fruscio del vento. Oggi – quando alle 14 scenderà in campo la Salernitana di Castori per giocarsi la serie A con un turno di anticipo – il grande assente sarà il pubblico.
Anche il direttore sportivo Angelo Fabiani – raggiunto sul piazzale dello stadio Arechi poco prima delle 10 di questa mattina dal direttore editoriale di SalernitanaLive Gianluigi Carlino – ha ammesso quanto pesano le gradinate deserte dell’impianto di via Allende: “Quanto ci manca il nostro pubblico da 1 a 10? Direi 100”. Poche parole, poi via. Ma sono il chiaro sintomo di come finalmente il pubblico granata non sia più considerato un peso (come accadeva qualche tempo fa) bensì un valore aggiunto ad una squadra – costruita da Fabiani e da questa società – che numeri alla mano sta facendo sognare la città. La speranza è che nessuno svegli i tifosi salernitani.