In occasione della prima uscita pubblica della società granata è stato presentato anche Giovanni Martusciello, nuovo tecnico che ha sottoscritto un contratto biennale. Ischitano, 53 anni, è alla sua seconda esperienza di primo allenatore ma porta con sé un bagaglio tecnico molto importante che può mettere al servizio della Salernitana. Infatti non è stato solo assistente di Maurizio Sarri all’Empoli e alla Lazio, sarebbe ingiusto ridurlo a fedele scudiero dell’ex tecnico di Lazio e Juventus. Giovanni Martusciello, prima di tutto, è un figlio calcistico dell’Empoli e della visione trentennale portata avanti dalla famiglia Corsi. Un calcio di qualità, sempre propositivo dove i giocatori possono esprimersi liberamente e crescere senza troppe ansie. Una visione che ha saputo sempre rinnovarsi ed essere efficace a prescindere dal singolo tecnico, grazie a figure che nei decenni hanno saputo fare da collante e traino. Martusciello è una di queste figure, prima da giocatore e poi da assistente allenatore.
La sua formazione tecnica è debitrice di tre allenatori diversi per alcuni principii di gioco ma tutti e tre convinti assertori della vittoria attraverso il gioco e la manovra: Luciano Spalletti, Marco Giampaolo e Maurizio Sarri. Ognuno di loro lascia un’impronta profonda sul Martusciello allenatore, dando tre caratteristiche essenziali del suo calcio. Da Spalletti eredita l’impianto del 4231, di cui Martusciello fu uno dei primissimi alfieri nel ciclo empolese 1995-98 che lanciò l’uomo di Certaldo nel grande calcio, che sarà la base da cui partirà la Salernitana attuale. Da Giampaolo eredita un gusto per i giocatori di fantasia e creatività, da utilizzare in tante posizioni del campo nella zona più calda della manovra offensiva (mezzala “a la Luis Alberto” o trequartista). Da Sarri un certo uso delle catene esterne e del pressing per saper dominare le partite anche sul piano dell’intensità fisica.
Tutto questo sarà l’imprinting della Salernitana nella testa del mister e del D.S. Petrachi: vincere giocando bene, con giocatori di qualità e una manovra che deve esprimere picchi di esplosività fisica e rapidità nel palleggio. Passare però dalle parole ai fatti non sarà affatto semplice, l’entusiasmo e la convinzione nei principii non basta. Martusciello dovrà fare i conti con due grosse problematiche, in parte già emerse nel corso della conferenza stampa. La prima riguarda proprio la sua prima esperienza da capo allenatore, conclusa con una retrocessione frutto soprattutto di un rilassamento emotivo. Staccare la spina in A può diventare un guaio, in B è praticamente impossibile. Soprattutto negli ultimi anni, dove il distacco tra i play-off e la zona pericolo è racchiuso in pochi punti. Martusciello dovrà essere bravo a non ripetere questo tipo di errore, a lavorare su quest’aspetto mentale che è più difficile da curare quando sei assistente. Il secondo aspetto è quello temporale: la Salernitana, nel suo organico, verrà costruita strada facendo e a partire dalle cessioni che ci saranno. Non a caso è quasi certo un supplemento di ritiro per lavorare su questo. Un impianto di gioco come il suo ha bisogno di meccanismi chiari, consolidati e una capacità esecutiva molto importante. Da un lato Petrachi dovrà fornire giocatori funzionali in poco tempo, dall’altro Martusciello dovrà trasmettere velocemente i suoi principii di gioco. Se riuscirà in questo la Salernitana sarà una squadra competitiva, cosciente delle difficoltà della B e, con la giusta fortuna e qualità, in grado di offrire partite spumeggianti alla sua gente.

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