Di Vanni Vignes

Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Basterebbe questo per regalare un fine settimana sereno ai tifosi della Salernitana, ma in realtà, il campo ieri sera ha detto molto di più. La Salernitana è tornata, c’è ancora e non ha intenzione di farsi da parte nella corsa ai play off, tutt’altro. Una prestazione superba, di carattere, determinazione, cattiveria agonistica ed anche condita da trame di gioco interessanti oltre che da alcune individualità da troppo tempo in letargo. Il tutto, considerato che i granata hanno giocato per ben 91 minuti in inferiorità numerica (40+1 e 45+5) con il caldo umido ed opprimente di ieri, aumenta in maniera esponenziale il valore della prestazione. Senza partecipare allo stucchevole gioco del “lo avevamo detto” che lasciamo volentieri a chi, come diceva Morandi, uno su cento ce la fa, le impressioni che avevamo avuto e che avevamo evidenziato in questi giorni, anche ieri mattina, sono state ampiamente confermate. Resta indiscutibile il valore alto della squadra rapportato ovviamente al livello basso del campionato, cosi come le chance di promozione, a nostro parere, ci sono e sono concrete. Avevamo però anche evidenziato che queste, diventano reali solo a determinate condizioni: atteggiamento, determinazione e condizione atletica. La carenza anche in uno solo di questi aspetti, renderebbe la Salernitana una squadra mediocre e tutti i sogni andrebbero accantonati. Quanto accaduto ieri sera però, a nostro parere potrebbe essere il segnale di una detonazione che, strano ma vero, l’espulsione di Aya pare avere innescato. Costretta a vincere, in quelle condizioni climatiche, l’espulsione dopo 5 minuti avrebbe potuto tagliare le gambe anche ad un toro e siamo onesti, tutti i tifosi granata crediamo abbiano avuto in quel momento la stessa paura. Quel cartellino rosso invece il toro lo ha scatenato, i calciatori hanno all’improvviso preso consapevolezza che erano di fronte ad un bivio, hanno pescato dentro loro stessi, riuscendo finalmente a ritrovare tutte le qualità che, ad inizio anno, li avevano portati in zone nobilissime della classifica. La grinta, la voglia di restare a galla, di combattere, “la cazzimma” in un primo momento. Col passare del tempo poi, rendersi conto che si era padroni del campo anche in 10, ha sciolto le gambe, ha allungato le falcate facendo si, che i vari Kyine ed Akpa, tornassero ad esprimere le qualità superiori alla media di cui sono in possesso, trascinando e galvanizzando cosi anche i propri compagni, tutti, e non accadeva da tempo, finalmente ben oltre la sufficienza. Soprattutto il francese ha fatto il quinto della linea difensiva (anche se Ventura parla di linea a 4 ma sinceramente vista in tv sembrava diversa), l’esterno di centrocampo, il rifinitore, ed un gol da centravanti puro. Una prestazione maestosa di un calciatore senza ombra di dubbio, da categoria superiore. E poi c’è Gondo, criticato, tartassato, poco considerato dalla piazza e dai media anche se, tornando alla storia dell’uno su cento ce la fa, da queste pagine più e più volte abbiamo rimarcato quanto sia fondamentale per Ventura dal punto di vista tattico. Ebbene ieri sera, l’ivoriano ha giocato la sua migliore partita crediamo in carriera. Ha fatto ammonire mezza Castellammare sindaco e consiglieri compresi, ha difeso e corso strenuamente, con intelligenza e con concretezza facendosi poi sempre, ma proprio sempre, trovare pronto a cercare di tenere botta per aiutare la squadra a salire palla al piede a caccia della porta avversaria. Infine, ha realizzato il gol della vittoria, che rilancia definitivamente la Salernitana al balletto delle grandi. Ora sarà importante non montarsi la testa, non pensare di essere arrivati. Ieri sera è stato il punto di partenza. I calciatori adesso sanno che se vogliono, se ci mettono l’anima, possono e soprattutto riescono. La condizione atletica, sta tornando, il rischio assunto da Ventura potrebbe rivelarsi una scommessa vinta, i segnali ora sono tutti positivi. Testa bassa, crederci e lavorare. Forza Salernitana, sempre.

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