I fatti sono noti: secondo tempo di Udinese-Salernitana, Liverani ha deciso di giocarsi l’ultimo slot di cambi e vuole mettere Boulaye Dia per l’assalto finale. Il senegalese dice che non se la sente. La scelta, sul momento assurda, verrà spiegata da mister Liverani ai microfoni di DAZN. È l’ennesimo atto di una frattura viva da troppo tempo tra Dia e la Salernitana, un film a puntate che ieri potrebbe aver scritto l’ultima pagina. Un film anche contraddittorio, come dimostra l’abbraccio con Tchaouna in occasione del gol del francese. Il resto della partita di Dia vede un giocatore chiamato più volte da Liverani a scaldarsi, sia nel primo sia nel secondo tempo, ma scelto solo per gli ultimi scampoli di partita.

L’analisi dell’episodio in sé è relativamente semplice: Dia ha sbagliato a rifiutarsi di scendere in campo. La comprensibile frustrazione nel vedersi preferito un Ikwuemesi che sbaglia qualsiasi cosa, anche gli stop più elementari, non giustifica il suo comportamento. Dia doveva entrare in campo, ingoiare il rospo per quei pochi minuti e solo dopo il triplice fischio far valere il suo stato d’animo col mister. Messo questo cardine è doveroso allargare il quadro, non tanto rivolgendolo verso Liverani che può sbagliare una scelta tecnica, rispondendo dei suoi errori, ma sul contesto Salernitana e su come guardiamo i calciatori. Non sono delle macchine ma uomini con stati d’animo, ambizioni e frustrazioni come chiunque altro. Conoscerle e affrontarle è il miglior modo per risolverle e crescere collettivamente.

Dia è conscio del suo valore, della capacità di far sua la partita anche con un solo pallone buono. La scorsa stagione ha rappresentato una botta di autostima che quest’anno si è persa per strada: le responsabilità sono da entrambi i lati della barricata. Questa situazione è frutto di una serie di mancanze della società fin dall’estate. Mancanze rinnovate fino a oggi, dato che continua a non mettere figure di campo tra sé, la squadra e lo staff tecnico. Non c’è insomma chi ricopre il ruolo avuto da Migliaccio l’anno scorso. Il resto l’ha fatto un calciatore che sta mancando nell’aspetto fondamentale che distingue il buon giocatore dal grande giocatore: la capacità mentale di reggere i momenti difficili. Con atteggiamenti così è difficile raggiungere gli scenari che desidera.

E adesso? Iervolino domani sarà presente al Mary Rosy e avrà un confronto con squadra e tecnico. Nel frattempo il team legale è al lavoro per capire i provvedimenti possibili. Di certo verrà comminata una nuova multa a Dia, più salata della precedente (si punta al 50% dello stipendio). Quasi certa un’uscita dal progetto tecnico, che non significa la messa fuori rosa: Dia continuerà ad allenarsi col gruppo e a essere convocato, salvo infortuni. Difficilmente vedrà di nuovo il campo, a meno di ulteriori ripensamenti. Molto difficile, se non improbabile, che si possa andare oltre questi provvedimenti. Una causa milionaria, o addirittura un licenziamento, è possibile solo davanti a situazioni estremamente contingenti e non sembra questo il caso; un esempio è quanto sta accadendo alla Juventus con Pogba.

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