Sfogliare i “racconti sparsi” di Adolfo Gravagnuolo è un’esperienza quasi mistica. La “fede” laica si chiama Salerno e la sua “Salernitanità” rappresenta il “testo sacro” a cui attingere notizie e aneddoti di una città che in parte non esiste più. O meglio, non è più la stessa che Adolfo – primo ultras nella storia del tifo della Salernitana – poteva osservare ed ammirare negli anni che abbiamo alle spalle. Il libro è una macchina del tempo; basta aprire in una qualsiasi pagina che ci si ritrova immersi nell’atmosfera descritta, con dovizia di particolari e tanto tanto colore. Già, il colore. Si passa velocemente dall’azzurro degli occhi di Gravagnuolo all’azzurro del mare e del cielo di una Salerno ricca di storia e di storie. L’autore ha raccolto in questo volume non solo le sue dissertazioni “social” ma anche tanti altri ricordi, legati non solo alla comunità salernitana ma anche a fatti di rilievo nazionale ed internazionale. Insomma un modo stupendo per rivivere una grossa fetta della storia di Salerno del secolo scorso, grazie ad una lettura veloce ed immediata.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui