Di Giuseppe Barbato
La Serie A e la logica dei blocchi: non è la Guerra Fredda ma la sintesi dell’undicesimo turno, nel quale sono stati segnati 24 gol e al termine del quale la classifica ha preso una forma ben precisa con alcuni gruppi di squadre a distanza più o meno ravvicinata. Partiamo dalla testa dove solo l’Inter prova a tenere il passo di Napoli e Milan che stanno facendo il vuoto. I rossoneri hanno risposto al Napoli con una prova autoritaria sul campo della Roma: match segnato dalle polemiche arbitrali che rischiano di oscurare la grande partita della squadra di Pioli, perfetta fino al rosso di Theo Hernandez e tatticamente affascinante con un rombo in fase d’impostazione, i cui vertici erano i due mediani con Kessie che si abbassava più dei due centrali, Kjær e Tomori. Una scelta originale e da verificare già nel derby di settimana prossima. Partita alla quale l’Inter si avvicina ritrovando i gol di Correa, opaco nelle ultime uscite, e anche qualcosa di buono sul piano della prestazione. L’Udinese ha retto per un’ora, senza fare granché, e rimane a 11 punti, sul margine del gruppone di fondo classifica e con la posizione di Gotti sempre più a rischio. Le voci che vorrebbero Maran al suo posto sono sempre più insistenti.
Dietro le battistrada stazionano (18-19 punti) Roma, Fiorentina, Atalanta e Lazio. Abbiamo già detto dei giallo-rossi, che si sono fatti notare solo nel finale e poi in sala stampa con frasi al veleno. C’è da registrare la tripletta di Vlahovic con cui la Fiorentina batte lo Spezia. Resta in bilico la posizione del serbo, a causa del mancato rinnovo, ma le risposte sul campo sono quelle di sempre: tanti gol. I ragazzi di Thiago Motta si confermano la peggior difesa del torneo. Atalanta e Lazio, com’è consuetudine da anni, hanno dato vita a un match spettacolare, forse il migliore del turno. Due volte avanti la squadra bianco-celeste, che finalmente ha fatto vedere tracce di “Sarrismo”, è stata rimontata dall’Atalanta che continua a non essere al top della forma ma conquista il pari nei minuti di recupero: nel primo tempo segna il solito Zapata, nel secondo tempo decide Marten De Roon che ha celebrato il gol sui social, con l’autoironia che lo contraddistingue.
Il blocco che attrae maggior interesse è quello di centro-classifica (14-15 punti) che vede protagoniste in positivo diverse squadre e in negativo la Juventus. Continua il crollo verticale dei bianco-neri formato campionato. La doppietta di Simeone, autore di 8 gol su dodici tiri in porta in campionato, e il tardivo gol di McKennie è il dato del tabellino: sul campo il Verona è perfetto, anche quando va in difficoltà trova delle prestazioni singole di qualità. La Juve è inesistente per un’ora e non può bastare la giocata nel finale di Dybala, su cui Montipò si supera, per raggiungere il pari. A pari punti ci sono i cugini granata che battono 3-0 la Sampdoria, ritrovando anche il gol di Belotti. Tutto facile per gli uomini di Juric che dall’altra parte affrontavano una squadra in grave difficoltà, senza idee e finora aggrappata al solo Candreva. Scenario simile in Bologna-Cagliari dove gli uomini di Mazzarri si sono presentati al Dall’Ara con l’idea di difendere a oltranza lo 0-0 e non è bastato. Il Bologna domina a piacimento, Theate e Medel toccano il pallone 120 volte, colleziona palle gol in serie e vede il miglior Arnautovic della stagione: il centravanti austriaco segna, fa segnare e dirige la squadra. Chiudono Sassuolo ed Empoli che si sono affrontate al Mapei Stadium: il 2-1 sul gong finale di Žurkovski significa sorpasso in classifica e la conferma del formato da trasferta degli azzurri. Il Sassuolo recrimina per la sconfitta ma dimostra continuità sul piano della prestazione.
L’ultimo blocco da considerare è quello salvezza, dove si trova anche la Salernitana. La classifica è corta e i risultati mantengono l’equilibrio: molte sconfitte e un deludente 0-0 nell’unico scontro diretto della giornata. Si accontenta il Venezia che, complice le assenze, soffre e raccoglie un punto sul campo del Genoa. I rosso-blu, all’opposto di La Spezia, giocano tutto all’attacco senza mai concludere con efficacia. Il risultato finale è inevitabile, con vantaggio delle altre che non perdono terreno.