di Giuseppe Barbato
La Salernitana ha consegnato la lista dei 18 over e c’è un escluso eccellente: Ivan Radovanovic. Il calciatore serbo, il cui passaggio al Cagliari è saltato all’ultimo, non è stato ritenuto più utile al nuovo progetto di Davide Nicola. L’ultimo posto rimane libero per un eventuale svincolato. I pochi minuti a Bergamo potrebbero essere gli ultimi in granata, dato il contratto in scadenza al prossimo 30 giugno. È stata una scelta saggia? Proviamo a rispondere a questa domanda lavorando come racconta ‘Il libro dei mutamenti’, detto anche I Ching. Facciamo dei lanci di moneta e da lì mettiamo in campo i pro e i contro, per giungere poi a una sintesi.
Primo lancio di moneta: i pro. Il passaggio alla difesa a 4 e gli acquisti in mediana restringono il campo d’azione di Radovanovic. Il serbo è un giocatore che lavora soprattutto col senso della posizione, così compensa i limiti in velocità. La difesa a quattro allarga gli spazi e obbliga i centrali a un lavoro diverso sull’anticipo e l’occupazione. Nella scorsa stagione aveva messo una pezza, grazie all’esperienza, ma non era andato oltre. Davide Nicola sta cercando nuovi equilibri tattici, cardine su cui rafforzare i rapporti nel gruppo e all’esterno. Il prezzo da pagare è il sacrificio di alcuni giocatori. A prescindere dalle loro qualità e da eventuali criticità relazionali che però non riguardavano Radovanovic.
Secondo lancio di moneta: i contro. Ivan Radovanovic, fin dal primo giorno, è stato uno dei leader del gruppo. La sua esperienza, i suoi modi e atteggiamenti hanno fatto da riferimento. Dal suo arrivo a Salerno ha rilasciato molte interviste, a media locali e nazionali. In ognuna di questa emerge il suo amore per il calcio, l’equilibrio, nonché quanto sta bene a Salerno. Inoltre, quando supportato dal fisico, ha giocato partite di grande spessore. Solo in questa stagione pensiamo al suo contributo nelle vittorie contro Verona e Lazio. Contro gli scaligeri il gol vittoria di Dia nasce dalla sua capacità di condurre palla e trovare la linea di passaggio. All’Olimpico è stato uno scudo efficace, quarto di difesa e supporto decisivo per i centrocampisti e i quinti che in attacco hanno fatto la differenza.
Terzo lancio di moneta: la linea. Guardando l’aspetto puramente razionale la scelta è comprensibile. La squadra sta mutando forma, cerca cose diverse dal punto di vista tattico e posizionale. Diversi calciatori potrebbero passare in secondo piano, tuttavia solo Radovanovic ha il contratto in scadenza e un’età che esclude un progetto sul medio-lungo termine. Di contro c’è la perdita emotiva e carismatica, non facile da compensare. Mai un atteggiamento o una frase fuori posto. Sempre equilibrato e positivo, come devono essere gli uomini di spogliatoio.
Salerno lo ha intuito e ha ricambiato l’amore che, in un’intervista a DAZN, ha manifestato per la città. A prescindere da un suo eventuale reintegro, comunque difficile, resta l’immagine dell’uomo e del professionista. Nonché due corse: la prima dopo il gol all’Olimpico, battendo i pugni sul cavalluccio e guardando negli occhi i 6000 di quel pomeriggio; la seconda torcia in mano festeggiando la salvezza sul prato dell’Arechi. Sangue freddo e cuore caldo: questo è Ivan Radovanovic e Salerno gli sarà sempre grata.