Non è una proposta totalmente inedita. Anzi, in diverse salse è stata già mandata avanti da qualcuno nelle scorse settimane. Ma possiamo comunque considerarla una nuova ipotesi. Di cosa parliamo? Dell’eventuale ripresa dei campionati, fermi per l’emergenza Coronavirus. Se i club continuano ad essere divisi tra chi vorrebbe concludere i tornei, anche in estate, e chi vorrebbe chiudere tutto qui, i vertici del calcio italiano provano a studiare e trovare sempre soluzioni alternative per cercare di accontentare tutti.
L’ultima novità è stata riportata oggi dal Corriere dello Sport: “Niente viene lasciato al caso pur di ripartire – si legge sulle pagine del quotidiano – Nessuna ipotesi viene scartata. Neppure quella di trasferire le squadre delle regioni dove il contagio non sarà azzerato (nel momento in cui la A potrà ripartire) a giocare lontano da casa. Non ci sarebbero svantaggi legati al pubblico amico perché si riprenderà ovunque a porte chiuse. In compenso però i calciatori di quella o quelle formazioni potrebbero stare isolati in vere e proprie ‘safe zone’.
“La questione dei calendari sarà il piatto forte del meeting organizzato dalla Uefa con le 55 federazioni del Vecchio Continente”, in programma oggi a mezzogiorno. “Saranno illustrate le tre ipotesi di calendario: la più ottimistica, ovvero ripartenza a metà maggio, quella più realistica (via a fine maggio-inizio giugno) e quella più pessimistica (entro la fine di giugno). Ogni strategia comporta delle scelte, ma è chiaro che più si va in là e più sarà necessario tagliare qualcosa. Di cosa parliamo? Prima saranno sacrificate le coppe nazionali (Coppa Italia, FA Cup, Coppa del Re, Coppa di Francia…) per le quali trovare inizialmente una finestra non sarà facile (magari con il passare delle settimane si potrebbero aprire degli spiragli), ma occhio anche ai format delle coppe europee, per ora intoccabili, ma in realtà da accorciare se tutti tornassero in campo nella parte finale di giugno”.