Demetrio Albertini, presidente del settore tecnico della Figc, ha fatto il punto sull’attuale situazione d’emergenza, chiarendo soprattutto alcuni fraintendimenti. “E’ folle pensare per se stessi, all’attuale stato delle cose. La pandemia – continua ai microfoni de La Gazzetta dello Sport – tra le tante sciagure che ha procurato, ci ha riportato anche ad una giusta condizione di uguaglianza sociale. La cosa più importante, nel calcio come nel resto delle attività, oltre ovviamente alla distruzione del virus è quella di programmare e di organizzare la ripartenza. Dobbiamo pianificare tutto nei minimi dettagli. La crisi colpirà anche club giganteschi come Barcellona e Real Madrid. Sono però fiducioso che, grazie ai sacrifici di tutti, dei calciatori in primis come riportato dall’AIC, ne usciremo insieme. Il taglio degli stipendi, metodo adottato già dalla Juventus, è la strada da seguire. Non esiste però una legge che lo prevedi, mi auguro dunque che tutte le società trovino un accordo. Il virus penso e spero che riporti all’uguaglianza. Dobbiamo uscirne migliorati. Questo è un triste momento che ci porteremo dentro per sempre. Il messaggio che cerco di dare ai miei figli è che devono essere disposti a fare qualcosa di speciale, nel loro piccolo, per uscire da questo momento. Un po’ come fecero i nostri nonni nella seconda guerra mondiale. Ci tengo inoltre a chiarire quanto successo da poco con Inzaghi. Posso assicurare che non abbiamo litigato e che tra me e lui non esista alcun tipo di problema. Mi ha dato fastidio che si pensi al fatto che se non ripartiamo ci sia sotto qualcosa. La priorità è la salute. Io sono il primo a voler tornare alla normalità e riprendere con i nostri campionati. Ma se uno si ferma un attimo a pensare alla drammatica situazione di Bergamo, non può trovarsi in disaccordo sul fatto che bisogna riflettere seriamente sul ritorno in campo delle squadre. Anche io, sfortunatamente, ho perso a causa del virus alcune persone che conoscevo. I social, spesso, sono una questione di pancia. Io volevo esprime solo la mia contrarietà – ha poi concluso – al suo pensiero.”