Provare a leggere il campionato di serie A 2021-22 con gli occhi di un cronista d’altri tempi. Ecco l’esercizio cui dovremmo sottoporci tutti. Non per mero diletto domenicale (magari non abbiamo tra le mani la settimana enigmistica) ma come palestra dei muscoli del cuore. Granata ovviamente. Già. Perchè osservare le cose di oggi con gli occhi di oggi può trarre in inganno il tifoso medio ma anche l’addetto ai lavori, troppo presi nelle chiacchiere da bar e nel fantacalcio (i primi) e dalla rincorsa spasmodica alla valanga di click (i secondi).
I tempi del vecchio cronista sono dettati da altro. Dalle letture di Gianni Brera e Antonio Ghirelli, dall’osservazione – in prima persona – delle caviglie degli atleti (e non raccontate dagli addetti stampa, schiacciati sul politically correct imposto dalla società) e da quella sana dose di senso critico, autonomo e indipendente. Detto questo, la Salernitana sabato 2 ottobre si gioca una bella fetta di sogni di salvezza contro il Genoa all’Arechi. Una prova del 9 che “deve” dare frutti. In caso contrario ogni scenario sarebbe possibile, anche i più nefasti. Ma i salernitani sono terribilmente ottimisti e non si abbattono facilmente.
Macte Animo, recita il motto sociale della Salernitana. Quel coraggio a piene mani che gli atleti guidati da Castori hanno mostrato nelle ultime tre partite, nonostante il magro bottino (1 punto). E se siamo davvero ad un bivio, uno spartiacque di questo torneo di massima serie, dobbiamo tirare fuori coraggio e attributi, cazzimma e volontà. Lo si deve per la gente di Salerno che incurante di condizioni meteo, chilometraggio e posizione in classifica, stanno dimostrando su ogni terreno di gioco (ultimo quello del Sassuolo) di essere davvero il 12° uomo.
Basta dunque giochi al massacro nei confronti di un allenatore che tutti conosciamo così com’è (forse si è dimenticato che l’anno appena trascorso abbiamo vinto un campionato di B giocando nella stessa identica maniera, solo che contro avevamo squadrette e non corazzate) e soprattutto basta con dichiarazioni “acchiappa applausi”. Qui gli applausi vanno fatti ai tifosi granata ed a coloro che scendono in campo. Punto. Per gli altri protagonisti di questa incredibile storia all’italiana (leggasi trust) solo attesa. Attesa che si compia il destino di una società che deve tornare nelle mani di un unico proprietario per poter davvero pensare di costruire un futuro davanti a sè.