L’umiltà e la forza della Salernitana contro l’arroganza di chi ha festeggiato in largo anticipo senza fare i conti con un grande avversario. Pareggiano i granata al Maradona, lo fanno con un eurogol di Dia che beffa Oshimen e Meret e si conferma giocatore di caratura internazionale. Gli azzurri tornano a casa consapevoli di avere lo scudetto in tasca, ma allo stesso tempo pronti ad imparare la lezione: come diceva Trapattoni mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco. E, a proposito di se, è andata bene ai partenopei visto che Bohinen ha avuto anche l’occasione per ribaltare totalmente la situazione. Ma va bene così. La festa dei 5000 dell’Arechi e le offese che continuano ad arrivare da Napoli aumentano il piacere…e anche il vantaggio sulla terzultima.
La cronaca. Napoli con la formazione tipo, ad eccezione dell’out di sinistra dove Olivera sostituisce l’infortunato Mario Rui, e con Di Lorenzo sulla fascia opposta. Al centro rientra Rrahmani con Kim, Anguissa, Lobotka e Zielinksi in mediana, Lozano, e Kvara dietro Osimhen. Sousa risponde rispolverando in difesa Daniliuc con Pirola e Gyomber davanti ad Ochoa, e inserendo Mazzocchi sulla destra, che ritorna titolare dopo l’infortunio, opposto a Bradaric. Vilhena e Coulibaly al centro, con Kastanos che viene dirottato nuovamente sulla trequarti con Candreva, alle spalle di Dia.
Il Napoli parte forte ed al secondo minuto con Osimhen sfiora già il vantaggio, ma il suo colpo di testa termina fuori di poco. Osimhen è molto attivo e ci riprova, ma Ochoa para facile al sesto minuto. Il clima è infuocato, i granata sono ordinati e compatti ma sbagliano numerosi appoggi anche abbastanza semplici, forse disorientati dalla bolgia partenopea. Al 22′ la grande occasione del primo tempo, con il solito Osimhen sempre di testa, che trova una risposta importante da parte di Ochoa sul suo palo. Al 26′ la prima reazione granata: Mazzocchi riceve da Dia dopo un break di Vilhena, va al cross, deviato, che stava per ingannare Meret costretto ad un colpo di reni goffo per evitare la rete. Al 41′ ancora Ochoa protagonista, questa volta su una conclusione al volo da fuori area di Anguissa, palla deviata fuori dallo specchio.
La seconda frazione riprende come era finita la prima, con il Napoli proiettato in avanti alla ricerca del gol apri-partita. Ci prova Kvara con un tiro a giro, ma la palla è fuori, cosi come Zielinski in acrobazia. Spalletti inserisce Raspadori ed Elmas e proprio dall’angolo del giustiziere della Juventus nasce il gol del vantaggio partenopeo al 61′, con l’inzuccata vincente di Olivera, marcato superficialmente da Daniliuc. Sousa non ci sta e dopo aver inserito Botheim, inserisce anche Piatek, passando a tre punte. La Salernitana rientra in partita e metro dopo metro avanza il proprio baricentro anche se rischia su Kvara che sfiora il gol con un tiro a giro che termina di poco fuori dai pali difesi da Ochoa. Spalletti si copre con Juan Jesus per l’autore del gol Olivera, ammonito, che poco prima aveva rischiato il secondo giallo e l’espulsione, ma non ha tempo perchè sale in cattedra Dia e gela il Maradona: il senegalese riceve palla, tunnel a Osimhen e conclusione forte sotto l’incrocio, che trafigge Meret e fa calare il silenzio sullo stadio azzurro. Il Napoli prova a riorganizzarsi e tentare l’assalto finale ancora con Kvara, ma Ochoa è pronto a chiudere nuovamente lo specchio della porta. Gli ultimi minuti sono di attesa, con un recupero infinito, cinque minuti più altri due di extratime, nei quali però è la Salernitana a rischiare di andare ancora in rete con Bohinen che in tuffo di testa sfiora il colpo del KO. La gara termina premiando il coraggio di Sousa e di una Salernitana che è sempre rimasta nel match, anche nei momenti di maggiore pressione degli uomini di Spalletti.