Parte oggi una nuova rubrica curata da Vanni Vignes. E’ un’analisi tattica in vista della prossima sfida della Salernitana, realizzata in punta di penna e con la leggerezza della chiacchierata tra tifosi seduti al tavolino del “bar dello sport”, luogo di discussioni epiche sulle tattiche tra tifosi che si sentono un po’ allenatori. Buona lettura.
La sfida con il Bevenento, il peggior avversario
di Vanni Vignes. Parliamoci chiaro: Il Benevento è senza dubbio il peggior avversario che le altre 19 squadre di B sono costrette ad affrontare. Una squadra costruita senza lesinare sforzi ed euro, idee e concetti, sapientemente miscelati con le intuizioni del diesse Foggia e con il portafoglio extralarge del presidente Vigorito. Tutti questi ingredienti però vanno assemblati, plasmati e messi in campo, fino a renderli funzionali ed efficaci; ed in questo, mister Inzaghi, sta svolgendo senza dubbio un ottimo lavoro. Un4/3/3 di base, che nasconde però l’ idea del doppio trequartista, con Sau, Insigne e Kragl, che si contendono settimanalmente i due posti disponibili alle spalle di Coda. In più c’è Moncini arrivato ad insidiarne il posto fino al punto da lasciare ipotizzare una possibile cessione dell’ ex granata. Due giocolieri tecnici, rapidi e reattivi, da utilizzare da appoggi facili in fase di costruzione manovrata. La difficoltà per gli avversari nel fronteggiare questa idea di inizio gioco, la aumentano gli appoggi esterni che arrivano da Letizia da una parte e Maggio, nonostante l’ età, dall’ altra. Questi vanno a dare manforte ad una mediana di assoluta qualità tecnica, in grado di giocare, ragionare e pulire ogni pallone anche nelle situazioni di folto traffico. Gli interni al fianco di Schiattarella infatti, garantiscono ad Inzaghi corsa e qualità. In particolare Viola, vero valore aggiunto di questa corazzata, spesso si allinea ai tre davanti per offrire, quando il Benevento attacca in massa occupando il campo, un appoggio in più ai compagni, permettendo ai giallorossi di coprire a quattro l’ intera linea di attacco. La cura maniacale della fase offensiva però è equivalente al concetto ed alla capacità di difendere che mister Inzaghi pretende dai suoi. Per “sopportare” una squadra cosi a trazione anteriore, sono due i concetti base che accompagnano la fase d’ attacco: marcature preventive asfissianti e linee strette, molto strette. In quest’ ottica i centrali difensivi molto spesso arrivano anche quasi a tre quarti avversaria per bloccare o ritardare le ripartenze nemiche. Ed e’ questo, a nostro avviso, il punto da cui, i granata, dovranno partire domenica sera. RIPARTENZE. Parliamoci chiaro. A squadra schierata, soprattutto quando uno degli esterni scala per passare ad un centrocampo a 4, c’è poca partita per tutti contro gli stregoni. Almeno sulla carta qualità tecniche e fisiche lasciano un certo vantaggio ai sanniti contro chiunque in questo torneo. Ma la Salernitana ha le carte per poterli mettere in difficoltà. Applicazione, sacrificio, corsa e rapidità nel collegare l’ idea all’ esecuzione. Ventura a nostro parere riproporrà il 3/5/2 visto col Cosenza. Con Maistro che per caratteristiche sarebbe preferibile a Di Tacchio. Questo perchè il pallone dovrà viaggiare veloce ed in quest’ ottica sarà importante ritrovare il Kijine visto col Pordenone e non quello di domenica scorsa. Lui, Maistro, Lombardi, Akpa hanno la capacità di vincere qualche duello 1 contro 1 e sarà questo il punto di partenza. E chissà se avese un altro Gondo in rosa cosa sceglierebbe il trainer granata…magari Djuric, che sta facendo benissimo in questo periodo, finirebbe in panchina. Proprio per non dare riferimenti statici e per giocarsi l’ all-in su duelli e velocità,ancora duelli e velocità, sempre duelli e velocità. Vincere l’uno contro uno e trovare l’ appoggio immediato, deve essere questo il mantra. E’ rischioso, molto. Ma la Salernitana non ha la struttura tecnica per affrontare questa squadra mettendola sul piano del possesso e del giro palla. Tre linee in 30/35 metri cercando di togliere ossigeno ai sanniti. Con la speranza che i 2 centrali che Ventura sceglierà di affiancare a Jaroszynski siano in condizioni fisiche e mentali perfette. Ci sarà da correre, spesso all’ indietro. Ma bisogna provarci. Ce la possiamo fare.