di Vanni Vignes

Diciamocela tutta. In poche piazze in giro per l’Italia la passione muove così tanti fili e stimola così tante emozioni. Di pallone si tratta, ovviamente. Ma attorno a quella palla di cuoio che rotola su e giù lungo un prato verde c’è una città intera. Che vive e ansima per la propria squadra del cuore. A Salerno è così, dove il cielo è sempre più blu – Rino Gaetano docet – nonostante il colore granata ” è il colore più bello che c’è”, come cantano gli ultras.

Le incognite della Salernitana 2021-22 sono enormi come macigni, pesanti come i peperoni di sera senza il bicarbonato. I tifosi stanno mandando giù diversi bocconi amari, in primis ovviamente la gestione “poco condivisa” dei trustee che hanno il compito di traghettare la maglia granata verso la nuova proprietà (o almeno come viene detto). E poi ci sono i tanti dubbi relativi a questa rosa di calciatori, tutt’altro che completa. Per di più a meno di tre settimane dalla prima ufficiale in serie A al Dall’Ara di Bologna contro i felsinei guidati da cuore Sinisa.

Le certezze a Salerno non sono mai state tante, del resto siamo abituati a soffrire. E lo abbiamo sempre fatto in oltre 100 anni di storia. Una però è costante, nonostante tutto e tutti. Sono i tifosi, è la gente di questi vicoli del centro storico, delle frazioni collinari e dei quartieri popolari, della city ma anche della provincia, a rappresentare quel punto fermo su cui puoi sempre contare. Una specie di prima linea della passione, pronta a difendere la posizione ad ogni costo. I tifosi granata promettono battaglia pur di difendere questa serie A tanto sognata. E di sicuro sarà una battaglia che si concluderà al 96′. Come fece un certo Minala al Partenio. Macte Animo Salernitana!

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