Parliamo di paradossi. Di uno di quelli che aleggiano attorno al mondo del calcio, sempre più asservito al “dio denaro” e sempre più distante dalla gente. Parliamo di paradossi e lo facciamo senza avere alcun timore di essere “bacchettati” come partigiani, bastian contrari o – peggio ancora – come prezzolati per sparare veleni su questo e quello. Il paradosso è quell’invenzione lessicale che ti consente di illustrare la realtà attraverso paragoni improbabili e situazioni al limite dell’inverosimile. Ecco perché il paradosso calza a pennello quando parliamo di Salernitana.

Il campionato 2019/20 della Salernitana finirà come gli altri che lo hanno preceduto in serie B. Niente di più, niente di meno. L’unica possibilità per non allinearsi al trend degli ultimi tornei sarebbe la promozione in A, al termine di questo rush finale di campionato. Possibile, certo, ma a conti fatti quasi impossibile. Sarebbe bello essere smentiti e assistere alla festa in città per il ritorno nel torneo di massima serie. Ma alla fine non sarà così. Il campionato della Salernitana finirà come era iniziato, tra mille promesse (alcune ancora non mantenute, a dire il vero) e pochi risultati. Anche l’eventuale accesso ai playoff (ottimo risultato qualora venga ottenuto) metterebbe ulteriormente in evidenza una squadra con una rosa striminzita che non consente turnover o cambi all’altezza, una condizione fisica precaria, un atteggiamento mentale ancora tutto da decifrare. Ma il calcio è imprevedibile e tutto potrebbe accadere, specie nei sogni dei tifosi salernitani.

Ventura lo ha detto (a volte), lo ha pensato (quasi sempre): questa squadra è solo potenzialmente competitiva, ma di fatto non lo è. Le colpe? Sarebbe troppo semplice sparare addosso al tecnico, che ha comunque avallato alcune scelte della società in sede di campagna acquisti e cessioni. Allo stesso modo sarebbe semplice prendersela con i presunti torti arbitrali o gli infortuni o la sfortuna in genere (mestiere caro a chi non ha argomenti validi). Ed allora sarebbe opportuno per la proprietà della società granata farsi un esame di coscienza e capire dove siano stati commessi gli errori, per porvi rimedio. Ma rimedio reale ovviamente e non il solito “minestrone” di belle parole e nobili intenti.

Il campionato della Salernitana finirà e il popolo granata tornerà ad interrogarsi sul perché.

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