Forse è un calcolo credibile, forse è una provocazione alla Figc e al governo, per sbloccare le autorizzazioni e l’erogazione dei contributi economici richiesti, forse una fuga in avanti. Ma sta di fatto che la comunicazione della Lega di Serie B fa impressione: ci vogliono almeno tre mesi per concludere i tornei dopo il via libera agli allenamenti. Uno di preparazione atletica. Altri 40/45 giorni per completare la stagione regolare, infine altre due settimane per i playoff. Ciò a meno di non voler stravolgere i regolamenti e quindi passare direttamente agli scontri diretti (con tutte le conseguenze del caso, non ultimi gli strascichi legali). Quindi, da un lato, si dice alle istituzioni di sbrigarsi e non fare altri scherzi sulla ripresa degli allenamenti (la stessa data del 18 maggio è considerata passibile di ulteriori slittamenti). Dall’altro, si dà la disponibilità a giocare anche ad agosto, quando in teoria (da calendario Fifa), si dovrebbero disputare le coppe europee (che ovviamente non interessano le squadre di B). Ma intanto, sia dal governo italiano sia dal resto d’Europa, continuano ad arrivare segnali molto negativi.

Per ragioni «di ordine tecnico, atletico e organizzativo», il consiglio direttivo della Lega di Serie B – di cui fa parte anche il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre – ha sottolineato che servono «almeno tre mesi» per portare a termine il campionato dopo il nulla osta governativo sulla ripresa degli allenamenti. Con il termine della stagione che, di conseguenza, potrà essere fissato e individuato nei periodi delle date finali delle competizioni Uefa. Quindi, basta fare due conti: dal 18 maggio (data indicata dal Dpcm sulla fase due per la ripresa degli allenamenti per gli sport di squadra) si finirebbe al 18 agosto. Il consiglio direttivo inoltre ha valutato «ulteriori iniziative e strumenti a tutela del sistema economico e sportivo della Lega Serie B, e di tutte le società associate, che verranno illustrate dal presidente Mauro Balata al tavolo federale». Tradotto: ‘Ci servono soldi per metterci in regola con gli adempimenti richiesti’. Per la cronaca, era presente il consiglio direttivo al gran completo: oltre a Santopadre, collegati in videoconferenza il presidente Mauro Balata, il vice presidente Marco Mezzaroma, i consiglieri Giuseppe Corrado, Paolo Rossi, Massimiliano Santopadre, Daniele Sebastiani, Oreste Vigorito, Carlo Grippo e Mauro Pizzigati.

In questi giorni si discute sul protocollo della Figc e sul costo che tale protocollo potrebbe comportare per i club calcistici di serie A, ma soprattutto di serie B e serie C. Su questo punto, dopo l’intervento di domenica sera a “Che tempo che fa” è tornato il ministro dello sport Vincenzo Spadafora che ha puntualizzato come il piano sanitario sia stato respinto e necessiti di modifiche. Non perché troppo restrittivo (come dicono le società) ma perché troppo permissivo. Il che dà la misura della situazione. Ma non solo: il responsabile del dicastero ha anche fatto notare come, allo stato, il protocollo sanitario sarebbe di difficile applicazione, per i suoi costi elevati, in particolare in serie B e in serie C. Non tanto per gli allenamenti (per i quali, alla fin fine, in qualche modo ci si attrezza), quanto per le partite.
«Arriveremo un po’ alla volta a far ripartire lo sport anche per gli atleti non professionisti – ha detto il ministro in una diretta Facebook – spero che da qui alla fine di maggio si possano riaprire tutti i settori, ci arriveremo un po’ alla volta. Ringrazio Gravina che oggi ha smentito le illazioni della Lega su un ipotetico accordo per la ripresa del campionato, niente di più falso. Evidentemente è il solito vizietto di qualche presidente, di pochi peraltro. che non perde tempo per mettere in giro menzogne e falsità per fare pressioni sul Governo. Evidentemente questi presidenti non capiscono che è cambiato il vento, non è quello di un tempo».
Intanto, nel resto d’Europa si fermano altri campionati: dopo l’Olanda lo ha fatto la Francia (che non tornerà in campo prima di settembre) e a breve si pensa possa farlo addirittura anche la Spagna. Un argomento che rafforza le tesi del governo sul fatto che il calcio, in questo momento, non sia esattamente il primo dei problemi, pur nel rispetto dell’indotto economico e di tutto il resto.
«La prudenza che noi stiamo avendo sul mondo del calcio – prosegue Spadafora – è l’unico appiglio per cercare di riprendere il campionato. L’alternativa è fare come la Francia o altri paesi e sospendere i tornei. Noi lasciamo aperto uno spiraglio per la ripartenza, ma tutto dipenderà dallo sviluppo del virus. Dovremo conquistarci queste riaperture, perché il virus ci sta obbligando a una vita diversa a quella che ci aspettavamo. Se lavoreremo bene riusciremo a far ripartire tutto il mondo dello sport. Non solo il mondo del calcio, ma tutte le discipline sportive. Se faremo le cose come vanno fatte, riusciremo a uscire da questo incubo».
Dalla Fifa: «Nessuna partita prima di agosto»

«Sono scettico – dice intanto il capo dei medici Fifa D’Hooghe – non si dovrà tornare a giocare prima della fine di agosto o dell’inizio di settembre. Il calcio improvvisamente non è la cosa più importante della vita. Sarei contento di poter riprendere le prossime stagioni senza ulteriori problemi e sarei altresì felice di veder ripartire i campionati. Bisogna evitare il ritorno del virus, che non è impossibile. Dobbiamo essere prudenti, è una questione di vita o di morte».

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