Partiamo da una premessa: nessuna situazione “extra” può giustificare un avvio di stagione così negativo e un mercato estivo condotto in quel modo. Non seguire le indicazioni dell’allenatore, svolgere il ritiro senza volti nuovi, affidarsi esclusivamente a scommesse e far ruotare tutto attorno alla possibile partenza del calciatore più forte è stato un errore, così come lo è stato fidarsi di chi diceva che non servisse un difensore centrale forte dopo aver incassato una marea di gol nell’annata precedente. E che Iervolino sia uno dei responsabili di questo penultimo posto è sotto gli occhi di tutti: nel bene e nel male è sempre il presidente che si assume le responsabilità.

Se poi aggiungiamo una politica dei prezzi in controtendenza rispetto alle promesse, l’assenza di novità per il centro sportivo e la spaccatura interna tra le varie componenti possiamo dire che ci siano state davvero tutte le avvisaglie per un campionato di sofferenza pur riconfermando la famosa ossatura che, lo ricordiamo, senza l’avvento di Sousa era già in caduta libera con Nicola ed aveva beccato 8 gol a Bergamo. A Iervolino si può “contestare” l’aver provato a rivoluzionare tutto pur essendo, cronologicamente, l’ultimo arrivato.

La battaglia ai procuratori, quella per i diritti tv, il botta e risposta con la Lega “perchè le riunioni sono chiassose assemblee di condominio”, senza dimenticare che già al secondo anno si ragionava in ottica autofinanziamento dimenticando che realtà come Sassuolo e Udinese hanno prima dovuto sudare e spendere per tanto tempo prima di consolidarsi nella categoria e cambiare strategia sul mercato.

Se però, nel giro di un anno, si passa dai 30 milioni sul tavolo per Pinamonti agli acquisti tramite algoritmo è evidente che ci sia una insofferenza di fondo che scaturisce da altre situazioni. Anzitutto la questione politica ha avuto il suo peso. Ad oggi non ci sono novità per la futura casa della Salernitana e il club non è mai stato direttamente coinvolto dal Governatore De Luca. La querelle curva Nord ha avuto poi il suo peso, visto che promesse e premesse erano totalmente differenti. Voci vicine al presidente assicurano anche che la società si aspettava maggior partecipazione da parte del territorio. Sia in termini di presenze allo stadio, sia – soprattutto – in termini di sponsorizzazioni e collaborazione.

Perchè non è una novità che tanti professionisti locali chiedono il biglietto omaggio, ogni tanto fanno l’apparizione in tribuna autorità e poi non sostengono diversamente la squadra della propria città. Tutto questo, lo ribadiamo, non giustifica l’avvio horror e una serie di errori di inesperienza che dovrebbero far riflettere anche su alcuni frettolosi e burrascosi esoneri del recente passato. Ma anche parte dell’ambiente ha contribuito a raffreddare gli entusiasmi, oltre a buco di bilancio che rischia di aumentare esponenzialmente se a gennaio – come pare – il budget per il mercato sarà di un certo rilievo. E a giungo saranno dunque necessarie ulteriori riflessioni.

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