di Giuseppe Barbato

Sepe 6,5. Le imprecisioni nei tiri rasoterra rappresentano le uniche sbavature della sua partita. Quasi perfetto in fase di costruzione del gioco, attento a gestire la profondità e i lanci doriani. L’intervento su Caputo è da campione, fondamentale per mantenere il doppio vantaggio del primo tempo.

Bronn 7. Bisogna aspettare il 70′ per vedere un suo errore. Sempre più presente nel gioco granata, sempre più attento nelle letture e nella gestione delle situazioni. Il posto da braccetto destro è suo e non è scontato che Lovato se lo riprenda.

Gyomber 6. Nel primo tempo decisamente il peggiore dei granata: soffre troppo Caputo e non gli prende mai né posizione né l’anticipo. Nella ripresa torna il giocatore che conosciamo, con l’ingresso di Quagliarella sfodera il repertorio e chiude con un intervento in scivolata da manuale. (81′ Pirola s.v. Primi scampoli di A anche per il giovane centrale: un paio di chiusure e presenza di fase di possesso, avrà le sue chance)

Fazio 7. Il Comandante è quello che guida il gruppo, è quello che impone il suo ruolo senza essere appariscente. Esattamente quello che fa Fazio, dal suo lato non ce n’è per nessuno e si sgancia in avanti solo quando necessario. Sempre al momento giusto.

Candreva 7. A 35 anni è difficile cambiare e quindi quel difetto, quel virtuosismo di troppo, può sembrare irritante: qualche volta ha cercato il dribbling invece di innescare l’azione. Prima ha badato al sodo attaccando gli spazi e dando passaggi di qualità ai compagni. Nel secondo tempo cala senza però cedere di schianto e non è poco, considerata l’età e l’obbligo a giocare a tutta fascia. (78′ Sambia s.v. Entra a risultato acquisito, solo un appoggio sbagliato in fase di costruzione da segnalare)

Coulibaly 7,5. È bastato metterlo nella sua posizione a fare quello che sa fare, cioè interdizione e inserimenti. È tornato il grande Lassana della scorsa stagione, l’assist a Vilhena è straordinario e quasi sorprendente per un interditore come lui.

Maggiore 7,5. La sua partita è la dimostrazione plastica di un concetto che si sta facendo strada nel calcio moderno. Non serve per forza il regista puro per avere ragione nella zona nevralgica del calcio: serve un giocatore che abbia le giuste qualità. Maggiore le possiede, pur senza avere il lancio del regista vecchio stampo. Abile anche nei recuperi palla, schermando le linee di passaggio del centrocampo doriano e non dando loro sbocchi.

Vilhena 8. Ha bisogno di qualche minuto per prendere la posizione ed entrare in campo, appena trova le misure è dominante. Cifra tecnica superiore, con e senza palla. Il velo che precede il gol di Bonazzoli è una giocata d’alta scuola ma non è l’unica. Ogni tocco o situazione che lo coinvolge sarebbe da studiare perché ognuna contiene una finezza stilistica. Il gol è la ciliegina sulla torta.

Mazzocchi 6,5. In fase di possesso giocare a destra e sinistra non cambia nulla. Spinge, corre e mette in mostra le sue doti: il gol del 2-0 è frutto di una sua invenzione. Difensivamente ha sofferto perché giocare a piede invertito richiede un lavoro che non riesce a svolgere con continuità. Sostituito a inizio ripresa per non rischiare (46′ Kastanos 6,5. Sul pezzo, soprattutto in fase di non possesso e di riconquista della palla: le sgroppate e la fisicità garantiscono quell’apporto di sostanza che serve alla squadra per non perdere intensità nella ripresa).

Dia 8. Come i minuti per segnare il primo gol, novanta per conquistare l’Arechi. Non si segna in semifinale di Champions League per caso: lotta sulle palle alte, dialoga con i compagni e attacca la profondità con grande scioltezza. È un giocatore completo e si vede. (78′ Valencia s.v. Come Sambia entra a match acquisito, cerca spazi da attaccare e difensori con cui sgomitare. L’impatto con la A non è semplice ma ha tutto per migliorare)

Bonazzoli 7,5. Ha atteso tanto per lasciare la Liguria e tornare a Salerno, ha atteso poco per segnare il gol dell’ex. La cosa che più dà fiducia e la sintonia con Dia, già forte. Insieme lavorano bene sia fronte sia spalle porta, giocando sulla profondità e sul filo del gioco in un dialogo continuo e di qualità. (64′ Botheim 6,5. Pochi minuti per arrivare al primo gol stagionale, facendosi trovare pronto sulla profondità. Si prende anche un giallo, segno che deve migliorare in alcuni aspetti del gioco. Si sta facendo le ossa)

Nicola 8. Dopo la disfatta in Coppa Italia aveva parlato chiaro e richiesto innesti per dare radici alle sue idee. Li ha ottenuti e ha avuto ragione: la squadra costruita a Jenbach è sbocciata in 90 minuti giocati da grande squadra, già da Bologna toccherà confermarsi.

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