di Giuseppe Barbato

28 febbraio 1987: questa è la data di nascita sul documento di Antonio Candreva. Il giocatore romano oggi compie 36 anni e lo fa nel modo migliore. Da capitano, da leader, nel vivo del gioco e puntuale in zona gol. Le sue prestazioni, anche nella crisi di risultati degli ultimi tempi, erano sempre di qualità e negli ultimissimi tempi ha predicato nel deserto. Molto si è detto della posizione in cui lo schierava Davide Nicola, quella fascia destra che da sempre è la sua “zona” e che alla sua età si pensa non possa coprire con continuità. I numeri raccontano di un giocatore che sa gestirsi, alternando momenti di quiete a grandi scatti: è tra i primi 30 della Serie A per distanza media generale e il primo assoluto per distanza media degli scatti. Segno di un ottimo stato di forma.

Il problema non era tanto nei compiti richiesti, che ha sempre eseguito bene, quanto nel contesto tattico che gli chiedeva troppo. Non a caso una delle partite migliori, sotto Nicola, fu contro la Cremonese quando da mezzala impreziosì la partita con un assist al bacio per Lassana. Paulo Sousa, dopo la Lazio, disse che il suo obiettivo era riportarlo al centro del campo. Valorizzando diversamente le sue doti. Contro il Monza ha giocato a tutto campo, con grandi ripiegamenti difensivi nel primo tempo. Pochi palloni toccati ma sempre di qualità e di fino, con 10 passaggi nella 3/4 avversaria e 18 in avanti totali. Uno strapotere tecnico che ha messo in crisi due giocatori molto dotati come Sensi e Pessina.

A fine partita, domenica, dopo il mister ha parlato lui. Ne aveva ben donde, era il capitano di giornata. Però non era scontato, considerando il rientro di Mazzocchi e Gyomber. Quell’immagine di lui che parla alla squadra e dice “recuperiamo e pensiamo subito a Genova” racconta il Candreva di oggi. La squadra lo riconosce e lui, così come l’ha presa per mano nel momento peggiore, ora raccoglie i frutti della costanza nelle settimane passate. Non è escluso che domenica sarà ancora lui ad avere la fascia al braccio; lo merita per quanto sta facendo in campo.

Tante volte si è parlato di un giocatore fortissimo ma incompleto, per questioni caratteriali o a pretesa di giocare solo sull’esterno. L’immagine simbolo di questo ritratto di Candreva risale allo scorso campionato. Un anno fa, pur dopo una prima parte di stagione straordinaria, a conti fatti decisiva per la salvezza della Sampdoria, era in rotta con l’ambiente blucerchiato. Se ne vedeva solo l’indolenza a uscire dalla zolla o la volontà di incartarsi in una serie di finte inutili. Queste cose, più l’età, mi lasciarono molto perplesso ad agosto. Non ero affatto contento del suo arrivo, lo vedevo come un grosso problema. Oggi posso dire che mi sbagliavo, averne sempre di giocatori esperti e dotati come lui. Tanti auguri Antonio… e scusami.

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